Arcigay genova incontra Marta Vincenzi

  

di RAFFAELE NIRI
Le Primarie del centrosinistra di domenica prossima sono appese al Meteo. Come una partita di calcio di livello, come un concerto all´aperto, la decisione di un eventuale rinvio verrà presa all´ultimo momento, nel nostro caso al massimo venerdì a mezzogiorno. Che è – quando si dice il caso – il momento in cui i meteorologi prevedono il momento di massima nevicata.
«Ho passato una nottata tremenda – confessava, ieri mattina, Michele Bartolozzi, il coordinatore del comitato tecnico delle Primarie di centrosinistra – Ho fatto l´alba guardando le previsioni dei prossimi giorni e sono tremende. Noi dobbiamo andare avanti comunque, risolvendo i problemi che ci sono ora. Prendere una qualsiasi decisione adesso sarebbe controproducente: aspettiamo i prossimi giorni, ma è evidente che non abitiamo sulla luna».
Se nei vari comitati elettorali la sola prospettiva di un rinvio incute terrore (le rispettive macchine sono lanciatissime verso la volata finale ed un rinvio di una/due domeniche porterebbe sconvolgimenti vari, a cominciare da possibili contestazioni giudiziarie, visto che il rinvio non è previsto dal regolamento) quel gioiellino che è il Comitato capitanato da Bartolozzi prova a fare di necessità virtù. Il primo problema è quello dei nove gazebo già previsti: è evidente che non si possono tenere in mezzo ad una strada dalle otto del mattino alle ventidue (si vota fino alle 21, poi iniziano le operazioni di scrutinio) militanti ed elettori, se le strade saranno effettivamente invase dalla neve. D´altro canto molte delle sedi Arci scelte come alternativa alle sezioni di partito (e quindi del Pd) non hanno riscaldamento. Quindi o il Comitato per le Primarie rivede buona parte delle soluzioni logistiche adottate o il rischio di dover rinviare al 19 febbraio (se non addirittura al 26) si fa di ora in ora più concreto. A precisa domanda («pensate di rinviare le Primarie?») il segretario del Pd genovese Victor Rasetto risponde di no. «Poi – aggiunge – se ci sono le montagne di neve per strada…», che è esattamente quanto prevedono gli esperti per il fine settimana genovese. Ma il gazebo all´incrocio tra via Napoli e via Boine o quello a San Gottardo difficilmente potrebbero avere sostituti: in altri casi sono stati affittati ieri mattina, in tutta fretta, impianti di riscaldamento a bombola.
Ma chi ci guadagna e chi ci perde, nel caso? Intanto, se vanno a votare pochissimi, ci perdono tutti. Cinquemila/diecimila votanti significa uno scarto di voti bassissimo tra il vincitore e (almeno) due degli sfidanti. E per chiunque sarebbe facilissimo invocare una “controprova”. Poi, sarebbe un bagno di soldi da far paura: anche mantenendo la quota di partecipazione a due euro (ma domenica, a Piacenza, dove ha votato anche il segretario nazionale del partito Pier Luigi Bersani, l´obolo minimo richiesto agli elettori è stato di un euro, come proposto dalla Pinotti) cinquemila/diecimila elettori non coprirebbero minimamente le spese. E il resto dei soldi chi ce lo mette?
Infine, ed è il terzo motivo che dovrebbe consigliare al Pd il rinvio, mentre il popolo di Marco Doria è nettamente più giovane (e quindi in grado di attrezzarsi per andare a votare con la neve) tanto quello della Vincenzi quanto quello della Pinotti è più maturo. Intanto il Comitato per le Primarie ha fissato la data per il dibattito ufficiale tra i cinque candidati: appuntamento domani alle 18 nella sala Cap di via Albertazzi. Ieri sera, al Modena, Marco Doria ha chiamato a raccolta i suoi sostenitori, domani sera (alle 21) toccherà a Roberta Pinotti (con lei sul palco Carla Peirolero, Soggetti Smarriti, Laura Sicignano e Vincenzo Di Bella di X Factor), mentre stasera Marta Vincenzi incontra (alle 21, in vico Mezzagalera) l´Arcigay.


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