Formigoni tradito dal bacio sul grattacielo all´invito agli innamorati risponde l´Arcigay

  

di RODOLFO SALA
Il Celeste si incarta di nuovo. Galeotta fu l´idea del bacio collettivo che «gli innamorati di ogni età», come da invito presidenziale diramato la settimana scorsa da Roberto Formigoni, dovrebbero scambiarsi alle 19 di oggi, giorno di San Valentino, dall´alto del trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia. Accomodati in quel Belvedere che il magnanimo governatore vuole spalancare ai suoi amministrati. Eppure glielo avevano detto, i suoi collaboratori: «Sei sicuro? E se poi dovessero arrivare ospiti sgraditi? E se lo spirito di questa simpatica iniziativa dovesse essere, più o meno volutamente, frainteso?». Lui non è stato sfiorato dal dubbio, ha tirato dritto.
E siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, qualcuno ha pensato bene di accogliere a modo suo quell´invito. A cominciare da Chiara Cremonesi, consigliere regionale di fede vendoliana: stasera tutti al Belvedere, innamorati a prescindere dall´anagrafe, vale a dire anche le coppie di fatto, etero e omosessuali, «persone che Regione Lombardia ignora per tutto l´anno e forse anche a San Valentino, donne e uomini che vivono le loro esistenze e il loro amore senza alcuna politica di welfare e senza alcun riconoscimento concreto da parte dell´istituzione che Formigoni guida». Poi ci si è messa l´Arcigay, con il suo presidente Marco Mori: «Viene da chiedere se l´invito della Regione valga anche per le coppie omosessuali». Un invito che in ogni caso vale la pena di accogliere, «così magari il presidente e i suoi sodali, non ingannati dalle vette solitarie a cui sono abituati, potrebbero rendersi conto della pluralità di affetti e relazioni che colora il nostra territorio».
Ohibò. A questo punto, come un apprendista stregone, il governatore ha cominciato a preoccuparsi: «Il senso della nostra iniziativa è chiarissimo, dopodiché noi non abbiamo mai respinto nessuno; ma è chiaro che il trentanovesimo piano non potrà essere utilizzato per manifestazioni di alcun tipo». Insomma: non fate i furbi, sembra dire il presidentissimo avventurandosi nell´interpretazione a suo dire autentica del 14 febbraio: «La festa di San Valentino si chiama così perché si rifà a Valentino vescovo e martire, quindi è chiaro a che cosa noi ci ispiriamo con l´apertura speciale del trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia». Dunque: non travisate e, soprattutto, non disturbate.
L´arrampicata sugli specchi non ha prodotto il minimo turbamento tra le file dei fautori del bacio libero e “di fatto”. Il fronte si è anzi allargato, e il consigliere del Pd Pippo Civati ha tirato le sue conclusioni: «Formigoni, il presidente di Regione più bacchettone del mondo, teme una manifestazione, ma sarà solo una manifestazione d´amore di persone che vorrebbero veder riconosciuti i propri diritti a prescindere dal tipo di coppia». «Ricordiamo – ha aggiunto Mori dell´Arcigay – che non si tratta di una manifestazione politica nel senso classico del termine, ma di un invito ad accogliere il suggerimento del presidente Formigoni, con il quale non sono mai stato così d´accordo come oggi». Ecco, per il Celeste forse è proprio questo lo smacco. Appuntamento alle 19, per vedere come finisce.


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