Napoli. Nasce il registro delle unioni civili

  

IL SINDACO Luigi de Magistris: «Una pagina molto importante». La prossima iniziativa: concedere la cittadinanza simbolica ai figli degli immigrati, con l’istituzione di una carta dei servizi
NAPOLI
Il registro delle Unioni civili è realtà nella città di Napoli. Un’altra piccola rivoluzione quando in Italia si discute da anni, senza venirne a capo, dell’opportunità di «legalizzare» le coppie di fatto, siano queste etero o Lgbt, per garantire uguaglianza di diritti a tutti i cittadini. Ieri, dopo un dibattito durato oltre tre ore, in un partecipato consiglio comunale la delibera dell’assessore Pina Tommasielli è passata con i voti degli esponenti di maggioranza, Nat Idv e Fds, che tra l’altro si sono appuntati triangolini rosa e neri sulle giacche proprio per ricordare le vittime dell’odio omofobo. Astensione, invece, da parte di Pdl e Fli, che hanno criticato l’istituzione del registro. I finiani, attraverso il capogruppo Andrea Santoro, attaccando la giunta con le argomentazioni solitamente portate in parlamento sulla centralità della famiglia naturale che non può essere sostituita perché «unita dalla finalità della procreazione e della crescita della prole». Mentre i pidiellini, con Marco Nonno, definendo la delibera un’operazione di facciata che non ha nessun effetto sull’anagrafe cittadina.
In realtà però l’iniziativa oltre ad avere valore politico concederà finalmente, nel rispetto delle leggi vigenti, alcuni diritti fino a questo momento negati. Le coppie registrate potranno per esempio accedere ai bandi pubblici, alle graduatorie per le case popolari, agli sgravi sui costi delle mense scolastiche, alla possibilità di far visita senza divieti ai congiunti in carcere o assistere i malati negli ospedali. «Quella delle unioni civili è una pagina molto importante, il registro lancia un messaggio forte da Napoli che è la culla della civiltà giuridica in attuazione dell’articolo 3 della Costituzione – ha dichiarato Luigi de Magistris – i diritti sono anche di unirsi in modo diverso rispetto alla maggioranza dei cittadini. Stiamo scrivendo una pagina storica che porteremo in tutto il paese».
La prossima tappa, ha infatti annunciato il sindaco, sarà quella di concedere la cittadinanza simbolica ai figli degli immigrati, anche sulla scia di quanto auspicato dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Anche in questo caso è chiaro che il comune non potrà andare contro le leggi dello stato. Così a Napoli il primo cittadino ha intenzione di creare per i bimbi nati in Italia ma con genitori migranti, una carta dei servizi che li equipara di fatto ai coetanei partenopei. Ieri il registro delle unioni civili è stato salutato con molto entusiasmo dalle associazione Lgtb. Una «votazione epocale» l’ha definita l’I-Ken in un comunicato di Carlo Cremona, in cui viene però messo in evidenza che questo «non è il matrimonio per tutti» che resta una priorità della battaglia nazionale. «Grande apprezzamento» anche dall’Arcigay: «Questa delibera – ha detto il presidente Paolo Patané – testimonia la vicinanza e l’impegno della politica locale sui nostri temi e viene della terza città d’Italia per grandezza. La politica reale ricomincia a muoversi, dopo un ventennio di sostanziale blocco berlusconiano».


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