Arcigay Reggio Calabria. Una riflessione sull’omofobia e un sit-in

  

A più di 48 ore da quanto ha dovuto subire Claudio, aggredito fisicamente per strada e umiliato in ospedale, ci ritroviamo a osservare come la città abbia reagito all’accaduto. I fatti hanno attirato, per la loro gravità, l’attenzione anche dei media nazionali, carta stampata e tv hanno sentito l’esigenza di parlare con Claudio, e capire meglio, per denunciare l’accaduto.

C’è da dire che la reazione locale c’è stata, e questo è un primo piccolo segnale che fa sperare bene: sconcerto e solidarietà sono stati sentimenti condivisi da tantissimi reggini, movimenti, partiti di ogni schieramento, istituzioni. C’è stato, a dire il vero, qualche silenzio pesante, ma le tante voci lo hanno per fortuna coperto. L’importante era secondo noi, che almeno a livello emotivo, la città si svegliasse, provando finalmente sdegno e rabbia, e così in buona parte è stato.

E’ fin troppo ovvio però che a questa prima reazione debbano seguire i fatti. Tutti noi, e non solo le associazioni per i diritti lgbt, siamo chiamati, almeno da oggi in poi, a prestare più attenzione a tutte le manifestazioni di odio e avversione per la diversità, non solo quando si trasformano in tragedia: siamo chiamati, ognuno nella propria vita privata e nel proprio ruolo pubblico, a non fare passare più in secondo piano la derisione, l’avversione, il fastidio per tutti quelli che non si uniformano, per qualsiasi motivo, alla maggioranza. Siamo chiamati ad opporci a questi atteggiamenti, siamo chiamati al dialogo, al confronto, che sia in famiglia, sul lavoro o all’interno della politica. Siamo chiamati a farci testimoni della lotta all’odio, in fatti e azioni concrete, ogni giorno.

Ancora di più a questo compito è chiamato chi ha incarichi istituzionali: la chiave per non doverci trovare a parlare di questi argomenti solo in emergenza, ma preparare un futuro diverso, è quella della formazione, in ogni ambito. E mentre ognuno di noi se ne potrà occupare nella vita di tutti i giorni, chi ha un ruolo istituzionale deve farsi carico del fatto che la formazione volta al rispetto sia su larga scala e coinvolga tutti.

Se questo si fosse fatto negli anni precedenti non saremmo arrivati all’emergenza, ma se non si farà ora sicuramente non ne usciremo domani. Dalla politica ci si aspetta anche di più: non si può essere sconvolti dall’omofobia e contemporaneamente non essere d’accordo con una legge che preveda aggravanti specifiche per i reati dettati da omofobia; come non si può essere contrari al riconoscimento alla popolazione LGBT degli stessi diritti riservati agli altri cittadini, e alle coppie omosessuali della stessa dignità delle altre coppie.

Sono battaglie che devono diventare proprietà della politica di tutti gli schieramenti, per dimostrare che gli omosessuali non vengono considerati cittadini di serie B, e di conoseguenza lanciare un gravissimo messaggio implicito: è un po’ meno grave prendersela con una persona che non ha neanche gli stessi diritti di tutti gli altri.

Sarebbe troppo facile e rassicurante oggi credere che una volta individuati i colpevoli della vicenda, per strada e in ospedale, si tornerà alla normalità. Siamo convinti, purtroppo, che ci sono tanti altri ragazzi che avrebbero potuto aggredire Claudio o un altro di noi per odio, e che lo potranno fare domani; come siamo convinti che altri infermieri avrebbero potuto fare le stesse affermazioni che ha fatto il collega che si è trovato in quel luogo. E’ chiaro che chi ha colpe oggettive per quanto accaduto deve risponderne, ma non deve diventare un caso esemplare, perché così non si risolverà mai nulla. Claudio è stato picchiato perché non si è abbassato ad avere lo stesso atteggiamento di chi lo provocava. Noi non cerchiamo “vendetta”, ma giustizia e soprattutto un futuro migliore.

Chiediamo infine a tutte le persone che hanno già manifestato solidarietà a Claudio, e a chi ancora non l’ha fatto, di dimostrare anche fisicamente la propria vicinanza: venerdì 20 aprile alle 21, in via Torrione alle spalle del Teatro Cilea, dove è avvenuta l’aggressione, si terrà un sit-in di solidarietà in cui poter dimostrare a Claudio, che sarà presente, che tanti buoni cittadini sono dalla sua parte.
(di Andrea Misiano)


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