I gay accusano: l’omofobia a scuola resta un tema tabù

  

L’omofobia si batte con la partecipazione, l’interessamento e il coinvolgimento della società civile. Proprio questo ha tentato di fare ieri Anà-Thema Teatro insieme ai circoli Arcigay e Arcilesbica di Udine, avvalendosi del patrocinio del Comune di Udine. Una serie di eventi, o meglio di «cultura libera», come l’hanno definita gli organizzatori, per celebrare la giornata internazionale contro l’omofobia attraverso teatro, danza, presentazioni, mostre, libri e conferenze. Quartier generale dell’iniziativa il teatro San Giorgio di Udine, allestito, per l’occasione, con i manifesti e con le riviste che hanno fatto la storia dei movimenti Arcigay e Arcilesbica negli ultimi decenni. «L’omofobia va trattata già nelle scuole – afferma Eva Dose, presidente di Arcilesbica Udine – ed è per questo che, grazie alla sensibilità di alcuni professori e di alcuni presidi, abbiamo ripreso a incontrare gli studenti in vari istituti superiori. Dispiace però notare l’indifferenza del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame, che non ha mai risposto alle nostre richieste e sollecitazioni. Il messaggio che leggiamo dietro a questa non comunicazione è una volontà a non riconoscere la nostra esistenza». Una questione che l’assessore comunale alla Mobilità Enrico Pizza (gay dichiarato), anche lui presente al San Giorgio insieme al consigliere Federico Pirone, ha preferito non toccare direttamente, evitando così di cavalcare la polemica: «Arrivare nelle scuole è un ottimo punto di partenza per contrastare l’omofobia – dichiara Pizza -. Dobbiamo partire dal basso della società civile, e sensibilizzare le nuove generazioni sul tema. Anche in questo ambito però – precisa l’assessore – spesso la politica si dimostra più arretrata rispetto alla realtà delle cose». Qualcosa però si muove. Non a caso, qualche giorno fa, il ministro Profumo ha invitato le scuole, attraverso l’invio di una circolare, a celebrare la giornata contro l’omofobia. Negli istituti superiori dove è stata accolta la richiesta Arcigay e Arcilesbica, gli incontri si dividono in due momenti: il primo con l’intervento di uno psicologo, il secondo con il confronto con uno dei rappresentanti delle associazioni di omosessuali. «Ci presentiamo per quello che siamo, gay o lesbiche – racconta Dose – e i ragazzi ci tempestano di domande sulla nostra vita privata e sul rapporto con gli altri e con i genitori. I pregiudizi sono ancora molti, specialmente quando si tratta di retaggi famigliari, ma attraverso il dibattito e la conoscenza reciproca molte barriere vengono meno». E proprio grazie a giornate come quella di ieri, la distanza, dove ancora presente, tra società civile e mondo omosessuale, si riduce: «E’ importante che altre realtà come Anà-Thema celebrino con noi la giornata contro l’omofobia – commenta Eva Dose, arrivata al teatro San Giorgio insieme al presidente di Arcigay Daniele Brosolo -. Stiamo facendo progressi in molti settori, ma non ancora a livello legislativo». Pizza infine, ha messo in luce come, solo vent’anni fa, sarebbe stato impossibile organizzare una giornata come quella promossa ieri. «Molto sta cambiando e le iniziative di Anà-Thema vanno proprio in questa direzione, dove dialogo e cultura sono protagonisti». Alessandro Cesare


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