Omofobia a Roma e Milano: due ragazzi gay aggrediti a calci e pugni

  

Due brutti casi di omofobia in Italia, nelle ultime ore. Il primo caso denunciato è a Roma,il secondo (in ordine di tempo) a Milano.
Nella Capitale, in via Ivrea, nel tardo pomeriggio, un ragazzo gay è stato aggredito da due uomini, prima con insulti omofobi e poi picchiato. Uno gli teneva ferme le braccia mentre l’altro lo colpiva ripetutamente al volto, provocandogli anche alcune ferite sotto l’occhio a causa dell’anello che indossava. La vittima ha deciso di denunciare tutto alle autorità, mentre Imma Battaglia, presidente Di’Gay Project, ha commentato così l’accaduto:
Siamo di fronte all’ennesima aggressione omofoba che va ad aggiungersi a quelle di questi giorni, sempre più frequenti. Roma è ormai teatro di troppe violenze. Le dimostrazioni di solidarietà alle vittime non bastano. È venuto il momento di dare priorità alla questione sicurezza in tutte le sedi competenti: a cominciare dall’amministrazione della città, che deve rafforzare la vigilanza e i controlli, fino al Parlamento, affinché approvi finalmente una legge contro l’omofobia.
A Milano, invece, poco lontano dal Teatro Strehler, dove si teneva l’edizione del Festival Mix di cinema gaylesbico, due giovani di 23 anni sono stati colpiti con pugni e schiaffi, sul tram 14 intorno alla fermata Lanza. Non è degenerato il tutto grazie all’intervento di un passeggero. Hanno avuto alcuni giorni di prognosi. Ecco le parole di Marco Mori, presidente del CIG Arcigay Milano:
Qualcuno che diceva “problemi loro” oggi può verificare che le aggressioni e le violenze che le persone omosessuali subiscono sono problemi di tutti. E certi campioni dovrebbero dare l’esempio in campo e nella vita perché, non sembrerebbe, è fuori dagli stadi che abbonda l’ignoranza.
Ha, poi, sottolineato il paradosso della situazione:
È paradossale pensare che mentre il sagrato del Piccolo viveva una festa nella festa per la conclusione del MIX e la vittoria della nazionale, alcuni cretini hanno potuto compiere aggressioni quasi indisturbati e legittimati dal silenzio e della paura di chi per vari motivi si trova di fronte a gozzoviglie oltre alla soglia della legalità.
E fa una considerazione finale molto significativa:
Vien da pensare che, se a fare quel genere di esultanze fossero gli omosessuali al pride, i musulmani per il īd al-fiṭr, o i Rom per il Đurđevdan si aprirebbe il coro dei partiti, dei cardinali e dei giornali reazionari. Invece, ieri uno poteva scassinare le vetrine del centro e picchiare gli omosessuali indisturbato senza scatenare oggi nessun tipo di richiamo all’ordine e alla morale da parte del coro delle lavandaie e dell’ipocrisia. D’altronde, basta leggere i titoli di certi giornali per avere la cartina al tornasole della capacità civiche e culturali di certi giornalisti e certi politici.


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