Unioni civili, emendamenti dai cattolici pd

  

Raccolto l’appello della Curia. Maggioranza e opposizione divise sul registro
L’appello della Curia non poteva passare inascoltato. E a raccoglierlo sono i cattolici di entrambi gli schieramenti. Tutti al lavoro su emendamenti da apportare alla delibera che istituirà il registro delle coppie di fatto. E anche se al momento non sono previste «alleanze», non è escluso che una volta in Consiglio dove oggi approderà il testo, presente anche una delegazione della comunità gay non siano possibili convergenze trasversali. Insomma, si rischia uno scontro tra due fronti contrapposti, al di là dei partiti: laici contro cattolici. Questi ultimi, specie nel Pd, sono già al lavoro sulle proposte di modifica. Limature, precisazioni, sottolineature: gli interventi potrebbero avere effetti più o meno significativi sulla delibera. Oltre a quell’emendamento «concordato» tra maggioranza e opposizione per cambiare la dicitura «famiglia anagrafica» in una versione più neutra, la prima modifica del «fuoco amico» risponde all’affondo più pesante sferrato sabato dalla Curia: il rischio poligamia. Via allora quel generico e quasi algebrico riferimento alle unioni civili come «un insieme di persone». Meglio il più puntuale «due persone», come già segnalato dalla Zona 8, perché «più chiaro e di meno dubbia interpretazione». Altra modifica: vada pure per il «tutelare» le coppie di fatto, ma nelle intenzioni dei cattolici pd sarebbe opportuno eliminare il riferimento al fatto che il Comune dovrebbe «sostenere» le unioni civili. Appunti verranno mossi anche per chiedere che gli uffici debbano, e non solo possano, verificare l’effettiva convivenza. Infine, «nella delibera spiegano Fanzago e Pantaleo non è specificato la modalità per cancellarsi dal registro». «Bene tutto quanto aiuta a chiarire commenta la capogruppo pd Rozza . Sono ottimista, mi aspetto un dibattito interessante. Sono convinta che la approveremo con larga maggioranza». Le tre sedute d’aula già in programma in settimana, prima del «rompete le righe» ai consiglieri, «basteranno», assicura. Anche tra i banchi del centrodestra i cattolici sono all’opera (e non solo loro, la Lega depositerà 15 emendamenti). «Presenteremo sicuramente degli emendamenti dice il capogruppo pdl, il ciellino Masseroli . L’obiettivo è mettere in evidenza se le intenzioni della maggioranza sono di aprire o meno la strada ai matrimoni gay, alle adozioni e alla poligamia». Mentre sulla strategia in Consiglio, Masseroli apre a eventuali alleanze ad hoc: «Vediamo, volentieri, ma temo che le ragioni di partito per i credenti nel Pd valgano di più delle giuste preoccupazioni della Curia». Nel frattempo, lo strascico di polemiche prosegue. Per il governatore Formigoni, quelle arrivate dal Palazzo dell’Arcivescovado sono «parole chiarissime di un ragionamento laico e razionalmente inoppugnabile». Sulla stessa linea, il vicepresidente pdl della Camera Maurizio Lupi. «È un’iniziativa inefficace e un’operazione di immagine». A riprova ricorda: «In tutta Italia solo 300 sono le coppie iscritte nei registri dei diversi Comuni». Quindi «è evidente che per il sindaco Pisapia la questione chiosa è seguire la crociata laicista, che interessa solo pochi, di equiparare la famiglia fondata sul matrimonio alle unioni omosessuali». Dal campo dei favorevoli, l’assessore alla Cultura Boeri evidenzia invece come «in una società plurale e in continua trasformazione, non sono le donne e gli uomini che devono adattarsi ai rituali e alle regole», semmai il contrario. Oggi infine una delegazione della comunità gay sarà in aula. La «chiamata» è arrivata via internet. Il registro «è necessario afferma il presidente di Arcigay Milano Marco Mori ma non basta». Tanto che i «lucchetti dell’amore», agganciati di fronte a Palazzo Marino, non verranno aperti. «Aspettiamo la legge nazionale sui matrimoni gay, che è quello che auspichiamo e attendiamo». Pierpaolo Lio


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