Divampa la caccia a Cl con la scusa dei gay

  

A sera, intorno alle 22,53, s’è indignato pure David Sassoli, europarlamentare Pd, giornalista Rai che, su Twitter, ha sferrato a Cl e al Meeting la bacchetta del confratello, essendo stato scout cattolico con l’Agesci. «CL: unioni gay ‘un male per l’umanità. Carlo Carretto ci ha insegnato che un sacramento non si difende con la legge e la legge è x tutti», ha scritto. Sassoli aveva chiosato una corrispondenza di Repubblica.it da Rimini: un articolo scritto dalla redazione bolognese raccogliendo le voci di alcuni visitatori del Meeting. Articolo che, inserito nella home-page del sito nel pomeriggio dell’altro ieri, aveva generato un’ondata di indignazione. Un resoconto senza un nome e un cognome citati ma abbondante di virgolettati che, trattandonsi di raduno cattolico, non erano propriamente entusiasti del riconoscimento giuridico di convivenze fra persone delle stesso sesso. Solo che proprio il giudizio riportato dallo stesso Sassoli, che definiva le unioni così negativamente, era diventato il titolo del pezzo. Impropriamente, attribuendo a Cl frasi pronunciate non si sa da chi. Come se, andando a una Festa democratica e facendo parlare qualcuno anonimamente, si potesse scriverne attribuendone il giudizio a Pier Luigi Bersani e al Pd. Sassoli ha rispolverato Carretto, anzi fratel Carretto, leader di Azione cattolica insieme a Luigi Gedda negli anni ’50 e poi ritiratosi nel Sahara coi frati di Charles de Foucauld, si disse perché insoddisfatto delle scelte dei cattolici in politica. Un esilio dalla vita pubblica rotto solo nel 1974, per difendere il divorzio contro il referendum voluto dai vescovi, cui l’ex-mezzobusto Rai s’è richiamato. E non è stato ovviamente il solo politico a intervenire.Se Franco Grillini, ex-Ds ora Idv, gay militante, ha parlato di «Meeting palcoscenico di espressioni omofobe», l’ex margheritina Pina Picierno, deputato piddina, ha rituittato, ovvero a rilanciato, il severo giudizio di Aurelio Mancuso, già presidente Arci Gay e ora dirigente Pd: «I giovani di Cl dicono che le unioni gay sono un male per l’umanità, loro sì che sono amorevoli e cristiani…». Aldilà della politica, su Twitter si sono sprecati gli insulti e gli sberleffi all’indirizzo di Rimini. C’è stato uno scatenato utente del socialnetwork, che ha dato del «nazista» al vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi e non è mancato chi ha evocato il famoso «cloro al clero» degli anni ’70. Un’ondata di indignazione per un movimento che non ha mai concesso sconti sulla morale sessuale, sempre allineata al magistero della Chiesa, ma che ha avuto un rapporto tutt’altro che bacchettone con l’omossessualità. Una condizione, questa, che non ha fatto problema nella valorizzazione di Pier Paolo Pasolini, autore amatissimo dai ciellini, citato da don Luigi Giussani, fondatore di Cl, e rilanciato dal Sabato, giornale vicino al movimento, in tempi non sospetti: fra la fine degli anni 70 e gli anni ’80. Pasolini che, al contrario, proprio per la sua omosessualità ebbe proprio delle severe reprimende da parte del Partito comunista italiano, cui apparteneva.E le tendenze sessuali di Giovanni Testori, drammaturgo e critico d’arte, non fecero specie al gruppo di giovani universitari ciellini che andarono a incontrarlo nella sua casa di Via Brera a Milano, nel 1978, dopo averne letto un editoriale sul Corsera sul terrorismo. Ne nacque un’amicizia durata sino alla morte, nel 1993, del grande intellettuale, lavori teatrali (alcuni rappresentati al Meeting) con la compagnia degli Incamminati, costituita da alcuni di quegli universitari, e conversazioni emozionanti con lo stesso Giussani, alcune delle quali diventarono un libro, Il senso della nascita. Storia quest’ultima rievocata nei giorni scorsi da Giuseppe Frangi, già direttore del Sabato e ora di Vita, sulle colonne di Sussidiario.net, giornale online di Giorgio Vittadini. «Dal punto di vista della condizione umana «, ha ricordato, «nelle persone omosessuali mi è molto spesso capitato di riconoscere persone che si portano una ferita dentro. Che devono convivere con quella ferita, come accadde con sincerità drammaticamente assoluta a Testori». Vicende dinnanzi alle quali l’accusa di omofobia a Cl e al Meeting fa sorridere, se non fosse per la violenza verbale che l’ha accompagnata


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