«Ho scoperto un figlio specialmente diverso»

  

Salvatore Ferro«Sono stato un uomo di destra, non lo nego, ma ho votato Crocetta. Innanzi tutto perché è omosessuale. In un momento di crisi come questo non credo ai Messia ma sono convinto che persone come lui possano dare di più e in modo disinteressato. Lui ha un passato-presente di coraggiosa lotta alla mafia forse perché non aveva una famiglia ‘tradizionale’ da proteggere. E’ stato un uomo solo benché io mi auguri che adesso lo sia sempre meno. Così come non voglio che mio figlio si trovi da solo. Mai».
Parla con una serenità infinita, Salvatore Ferro – un papà Agedo, già presidente del primo comitato Arcigay di Catania – come infinita è stata la volontà di capire quel suo figlio “diverso” oggi ventiseienne e da due anni in Australia dove lavora in “full immersion” prossimo alla laurea in Lingue.
«Me ne accorsi che aveva 13, 14 anni e fu un’amara “scoperta”, abbiamo avuto le paure di tutte le famiglie di fronte ad un figlio che non corrispondeva ai canoni “desiderati”. Io pensavo addirittura di costruire un futuro “tradizionale” sull’unico maschio a cui avevo dato il nome di mio padre come a stabilire una continuità. Sul momento, non l’abbiamo presa bene, io vivevo momenti “strani”, il ragazzo voleva andarsene da casa per non darmi questo “dispiacere”. Ma abbiamo superato difficoltà e diversità insieme, ho conosciuto tanti ragazzi speciali e straordinari con un vissuto che spesso faceva paura, allontanati da genitori incapaci e incoscienti che li sbattevano fuori di casa peggio di animali. Oggi gli amici di mio figlio sono i miei amici, i loro problemi sono i miei. Si è genitori due volte: io puntavo sul maschio per assicurare il mio “dopo” e invece ho scoperto un ragazzo specialmente “diverso” ma figlio mio di cui vado orgoglioso. Lavoro in un centro di riabilitazione con genitori che affrontano problemi di vera disabilità e mi sento spesso dire: “Magari avessi un figlio omosessuale ma sano”. Anche questo mi ha aiutato a riprendermi la normalità di mio figlio che non cambierei con nessun altro».
Lei è un papà decisamente fuori dal coro, di solito sono le mamme ad essere più brave, più pronte, più sensibili, più all’altezza…
«Me ne rammarico, mi piacerebbe che la società prendesse una posizione più ‘personale’ di fronte ai modelli propinati dai mass media. I valori della famiglia, in fondo, devono garantire rispetto a ciascun componente. Mio figlio è mio figlio. La ‘diversità’ semmai è in chi non accetta il diverso, l’omofobo soffre nel vedere due ragazzi che si prendono per mano, soffre nel vedere che sono riusciti a dare senso e valore alla loro esistenza».
C. CE.


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