Ferrara.Mille, combattivi e pacifici

  

FERRARA Sono giovani e informati, conoscono i motivi che li hanno spinti a scendere in piazza e sono orgogliosi dei professori che sfilano al loro fianco per le vie di Ferrara. Ieri mattina mille studenti delle scuole superiori hanno dato vita a una manifestazione, la terza nell’arco di un mese, per dire no ai tagli che penalizzano la scuola pubblica. Alle 9,15 alcune centinaia di studenti si ritrovano in piazzale Dante; prove tecniche per musica e microfoni, posizionamento e partenza. Camminano ordinati mostrando striscioni e cartelli scritti da loro. «Qui c’è in gioco il nostro futuro – affermano alcuni partecipanti – Il messaggio che vogliamo trasmettere è forte e non abbiamo intenzione di fermarci. Da domani in diverse scuole della città ci saranno momenti di autogestione e incontri finalizzati alla diffusione dell’informazione. Dobbiamo essere in tanti». Lungo le strade la gente si sporge dalle finestre, saluta e applaude. I ragazzi rispondono in coro. Lungo il percorso il corteo si compatta, i partecipanti crescono. In coda agli studenti procedono gli insegnanti; anche loro sono dotati di striscioni. “Siamo contrari ai tagli del 30% al Fis (fondo interno istituto) – afferma Roberto Felloni, insegnante ed esponente della Cgil (unico sindacato che ha aderito alla manifestazione) – Appoggiamo la protesta degli studenti perché rivendicano il diritto allo studio e alla ricerca. Ci stiamo avviando verso una scuola divisa per classi sociali e questo non possiamo permetterlo”. «Questa giornata è fondamentale – afferma Margherita del liceo Ariosto – Vogliamo mantenere la città allerta; anche Ferrara partecipa alle lotte studentesche che in questi giorni si diramano in tutta Italia, vogliamo che la scuola pubblica sia finanziata e non uccisa da tagli ingiusti che limitano le nostre possibilità future». Tra musica, balli e slogan si arriva in piazza Municipale. L’assemblea pubblica viene introdotta da un minuto di silenzio in memoria del ragazzo che nei giorni scorsi, a Roma, si è suicidato sulla probabile scia di derisioni omofobiche. Il gesto è stato apprezzato dal congresso dell’Arcigay che proprio in quel momento si stava svolgendo alla Sala Estense. «Il fondo destinato alle proposte per attività pomeridiane è calato del 70% – afferma Girolamo De Michele, docente – La scuola sta soffrendo, non riesce a dare agli studenti quello che gli spetta». A turno studenti e insegnanti hanno preso la parola congratulandosi per la partecipazione ma invitando anche a spargere la voce tra chi è entrato in aula e chi è rimasto “a letto” perché “chi è davvero interessato al futuro dell’istruzione e della cultura oggi è qui”. Non hanno intenzione di fermarsi, ci saranno altre manifestazioni. E’ una promessa.(s.g.)


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