Sì al matrimonio tra persone dello stesso sesso, all’adozione, a una legge contro omofobia e transfobia, alla distribuzione di condom nei luoghi pubblici e a interventi per migliorare la salute della comunità lgbt. La maggioranza dei candidati alle primarie di Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà che hanno risposto ad un questionario diffuso da Arcigay nei giorni scorsi, hanno espresso il loro sostegno e impegno per garantire pieni diritti a omosessuali, lesbiche e trans.
Fra le garanzie che Arcigay chiedeva per la prossima legislatura, su temi come matrimonio, salute, omogenitorialità, omofobia, problematiche legate ai diritti delle persone trans, il dato che emerge riguarda proprio il matrimonio per gay e lesbiche. A grande maggioranza i candidati alle primarie di Pd e SeL si sono detti favorevoli all’estensione dell’istituto del matrimonio alle persone omosessuali, il passo più urgente da compiere in questo Paese per cercare di allinearsi al più civile e democratico Occidente.
E’ un “sì” secco e deciso quello ai matrimoni per tutti, e supera l’80% dei consensi tra i candidati del PD e il 90% tra quelli di SeL, e rivolge al centro-sinistra un appello a una maggior riflessione sull’inutilità di passaggi intermedi, soluzioni tedesche (è la linea espressa dal candidato premier Pier Luigi Bersani), francesi o altro, ampiamente superate sia nei partiti, che nella popolazione italiana.
Un altro dato di indubbio rilievo è il 95% del consenso dei candidati all’estensione della Legge Mancino ai reati di omofobia e transfobia. Tra i dati raccolti spiccano poi, oltre all’interesse per dare finalmente una soluzione alle difficoltà di mamme e mamme e papà e papà omosessuali, anche il consenso unanime sulla abolizione della legge 40, sul ritorno all’informazione sessuale nelle scuole e su di una strategia nazionale di accesso al test hiv/aids, e molto altro.
Al contrario, sono molti, purtroppo, i dubbi che emergono sulle tematiche relative ai diritti delle persone trans: i candidati faticano approcciare temi come il cambiamento di nome sui documenti senza la riattribuzione chirurgica.
I dati, con schede per ogni singolo candidato che ha risposto al questionario, sono disponibili sul sito di Arcigay alla pagina: https://www.arcigay.it/votoarcobaleno/index.php/Pagina_principale, che, in embrione, costituisce il primo tentativo di monitoraggio del rapporto tra politici italiani e diritti lgbt. E che Arcigay terrà aggiornato e amplierà nei prossimi mesi.
Per Flavio Romani, presidente di Arcigay, “Questo questionario, diffuso in tutta fretta tra le festività, si inserisce in una campagna messa in campo dall’associazione per una anagrafe LGBT dei candidati e degli eletti, al fine di sollecitarne e monitorarne costantemente il lavoro e le prese di posizione su questi temi”.
“Verificheremo quanto e come l’impegno preso pubblicamente da questi candidati, se eletti, avrà un seguito concreto. E solleciteremo via via tutti i candidati alle elezioni politiche, di qualunque schieramento. Resta comunque la grande soddisfazione di aver raccolto tra politici che operano in ambito locale, tra sindaci di comuni, assessori, e consiglieri, decine di sì alla battaglia che conduciamo da anni”.
“Arcigay, evidentemente”, conclude Romani, “invita coloro che si recheranno alle primarie a premiare con il voto coloro che si sono espressi senza reticenze su queste questioni.”
Tra i vari candidati in corsa, anche figure che hanno avuto ampia esperienza nell’associazione: Enrico Pizza per il PD a Udine, assessore comunale e tra i fondatoti dell’Arcigay locale; a Padova è candidato per SeL Alessandro Zan, organizzatore del pride nella città nel 2003 e assessore in comune; a Bologna Sergio Lo Giudice, ex presidente di Arcigay e capogruppo PD in comune, sposato con Michele a Oslo; e infine Enrico Fusco, per 4 anni presidente di Arcigay a Bari, che corre per il PD nella città pugliese”.
Una sintesi dell’iniziativa è a disposizione qui: https://www.arcigay.it/votoarcobaleno/index.php/Parlamentarie_2012.