Omero: «Orgoglioso di aver manifestato sotto la Curia»

  

«Sono nato a Trieste il 31 gennaio del 1955. Sono architetto, iscritto all’albo dei professionisti di Trieste. Insegno storia dell’arte all’Istituto statale d’arte “Enrico e Umberto Nordio”, ma il mio primo lavoro è stato quello di operaio attrezzista alla scenografia del teatro lirico Giuseppe Verdi nel 1980. Poi ho avuto subito il primo incarico di insegnante a scuola e tra concorsi e abilitazioni ho lavorato come precario per circa 10 anni nelle scuole medie inferiori e superiori di Trieste, di Sistiana e Aurisina e di Opicina. In quegli stessi anni ho lavorato anche quale programmista e sceneggiatore della Rai del Friuli Venezia Giulia. Sono stato segretario della Federazione dei Democratici di sinistra di Trieste dal gennaio 2005, l’ultimo segretario. Sono stato consigliere comunale di Trieste dal 1997 e capogruppo del Partito democratico dal 2008 al 2011. Ma la mia prima esperienza politica amministrativa risale agli anni ’80, precisamente dal 1982 al 1987, in Consiglio provinciale di Trieste, eletto in una lista radicale e verde. Oggi sono assessore al Comune di Trieste con deleghe allo Sviluppo economico e fondi comunitari, turismo, aziende partecipate e controllate. Negli anni ’90 sono stato anche presidente dell’Arcigay di Trieste e membro della segreteria nazionale dell’associazione. Per la Marsilio ho scritto il libro “I diritti degli Omosessuali”».
di Fabio Dorigo «Se non ora, quando?». La domanda Fabio Omero, assessore comunale, se l’è posta molto prima che nascesse il movimento “rosa” contro Silvio Berlusconi. In realtà non è neppure una questione personale. «Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando?» Lo diceva il rabbino Hillel il Vecchio, che visse a Gerusalemme al tempo di Erode il Grande. E la frase campeggia sul blog dell’architetto Fabio Omero, insegnante al Nordio e politico di lungo corso (radicale prima, iscritto al Pds nel 1991, segretario dei Ds poi e capogruppo del Pd dal 2008 al 2011). “Adesso” è assessore “senza portafogli” allo Sviluppo economico, Turismo, Aziende partecipate e controllate. E da “sbattezzato” controlla i cimiteri di Trieste. «Forse sarebbe da chiedere: ma chi te l’ha fatto fare? La risposta è: Cosolini (il sindaco)». Davvero? Roberto Cosolini è un amico. Abbiamo sempre collaborato bene assieme. Mi ha fatto questa offerta e ho accettato. Come mai, dopo avere per anni incarnato l’opposizione al centrodestra in Comune, ha scelto un così basso profilo in giunta? Mmhh (pausa). Non l’ha scelto? (risatina) Non ho bisogno di grande visibilità. La visibilità spetta al sindaco (che dovrà essere rieletto nel 2016) e alla giunta nel suo complesso. Si aspettava di doversi occupare di cimiteri? Eheheh… Devo dire che è la delega più “dark” tra quelle che ho. Porto in giunta delibere che fanno toccare ferro (eufemismo). È riuscito a liberalizzare “il recupero di salme in pubblica via”. Altro che Bersani… (risate) In realtà stiamo ancora aspettando il regolamento per la turnazione. A proposito di cimiteri. Al tempo di Illy c’era l’idea di un cimitero monumentale alla cava Faccanoni… Abbiamo già un bellissimo cimitero che andrebbe valorizzato anche in termini turistici. Nella parte monumentale di Sant’Anna ci sono opere di importanti artisti e scultori. Assessore part-time. È stata una scelta? Part-time vuol dire tre mattine a scuola. Ho voluto mantenere un impegno diretto con il mondo del lavoro. Non voleva mollare l’insegnamento al Nordio. Esatto. E poi credo sia possibile fare l’una e l’altra cosa. L’opposizione l’attacca proprio per questo. L’ex assessore Paolo Rovis: «Omero è assessore per hobby. Lo fa dopo aver insegnato a scuola. Al pomeriggio, quando gli uffici comunali chiudono, sempre che non debba correggere compiti, allora si dedica allo sviluppo della città». Una risposta elegante sarebbe consigliargli la lettura di “Götz von Berlichingen” di Goethe. In realtà Rovis non si è mai accorto che i funzionari e dirigenti comunali lavorano ben oltre le due del pomeriggio. Un altro ex assessore Maurizio Bucci l’ha definita una «figura assente, priva di pianificazione. Un dead man walking». Uhmmm… Il turismo della mortadella. Forse si riferiva al fatto che ho la delega ai cimiteri. È la stessa definizione che l’assessore Maurizio Consoli ha dato al consulente esterno Franco Miracco… Uhmmm… Purtroppo non lo conosco proprio. È normale che una giunta di centrosinistra arruoli come consulente uno che è stato il portavoce per anni di Giancarlo Galan, Pdl e Forza Italia? Credo vadano riconosciute le professionalità più che le appartenenze. Quindi condivide? La scelta non l’ho fatta io. «Le tre mezze giornate in cui l’assessore insegna a scuola incidono meno delle mezze giornate che altri assessori nella precedente amministrazione dedicavano a lunghe e piacevoli passeggiate sotto il Comune per tenere pubbliche relazioni». È la difesa d’ufficio del sindaco nei suoi confronti. Credo che il sindaco apprezzi il lavoro che sto facendo. Molti la vedrebbero bene come assessore alla Cultura? Non so quanti (risata). Ma si candida? Penso che le deleghe che ho siano sufficienti in questo momento. Non aspira alla Cultura? Non ne abbiamo mai discusso. E anche vero che Cultura e Turismo hanno molte cose in comune. “Si va diritti all’amore. Going Right to Love”. La campagna contro l’omofobia sugli autobus cittadini le è piaciuta? Mah (pausa). L’idea era giusta. Ho qualche dubbio di tipo estetico che mi ha fatto riflettere sulle scelte. Non le piaceva il quadretto familiare che le immagini veicolavano… Quel tipo di quadretto. Non è piaciuta neppure al vescovo Crepaldi? Infatti. Il vescovo ha contestato il patrocinio dato da Comune e Provincia… Esatto. La sua scomunica non l’ha amareggiato? No. È uno dei motivi per cui mi sono “sbattezzato”. Le associazioni hanno definita la Curia triestina omofoba e razzista. Diciamo che la Chiesa triestina ha avuto degli atteggiamenti pruriginosi. Tuttavia il sindaco considera legittima la critica del vescovo… Non condivido queste campagne della Diocesi. Tuttavia questo non mi autorizza a dire che non può farlo. «Il matrimonio è tale solo tra uomo e donna. Altre “alchimie” non possono essere denominate matrimonio. L’omosessualità è un disordine» dice il vicario don Ettore Malnati. Lei deve essere parecchio disordinato? Talmente disordinato che io convivo da vent’anni con il mio compagno. Se non è un matrimonio questo? Su Facebook risulta sposato? Io, infatti, lo chiamo mio marito. Lei, assieme all’assessore Elena Marchigiani, era alla manifestazione sotto la Curia. Il vescovo non ha gradito: «Spero non tirino fuori la storiella che erano lì a titolo personale. Personalmente ritengo che la partecipazione sia stata una cosa inquietante che si è tradotta in una pagina nera per la democrazia e per l’onore delle istituzione cittadine». Uhmmm… Come lui ha diritto di esprimere le sue opinioni io ho diritto di partecipare alle manifestazioni. Questa è democrazia. Non è una pagina nera? Anzi. Nessuno ci ha mandati sotto la Curia, ma eravamo lì come assessori. Non solamente a titolo personale. Il vescovo deve quindi tenersi la sua inquietudine? Penso di sì, come io mi tengo stretto il mio disordine. «Avessimo noi una Ferrari al posto della Ferriera». Conferma questa dichiarazione dopo le polemiche sull’esibizione di un megayacht in piazza Unità… Confermo il paragone. La Ferrari che produce beni di lusso dà da vivere a molte persone. Non è solo un lusso. E inquina meno della Ferriera. Sicuramente. A proposito di Ferriera. Continua a ritenere opportuna la consulenza data all’ex direttore Francesco Rosato. Assolutamente. Opportuna e utile. Ma sapeva che era il cognato di Francesco Russo, segretario del Pd? No. L’ho saputo in un secondo momento. Pensavo fosse parente di un altro Rosato (l’onorevole Ettore). Raccolta differenziata dei rifiuti: a che punto siamo? Non soddisfacente. Stiamo ragionando con AcegasAps per adottare delle misure che ci permettano di raggiungere il 45 per cento. Il problema sono i costi. Cosa c’è da fare? Dobbiamo mettere in campo la raccolta dell’umido e la raccolta porta a porta. Quando raggiungeremo la quota europea del 65 per cento (la scadenza era il 2012)? (con onestà) Quest’anno sicuramente no. E nel 2014? Lo escludo. Per ora stiamo ragionando per raggiungere il 45 per cento. Che fine ha fatto il piano strategico per la città? Non doveva essere pronto entro il 2012? Diciamo che è in itinere. («Se non ora, quando?» si chiede da 2mila anni il rabbino Hillel il Vecchio).


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