Da cardinale arrivò a Trento nove anni fa

  

TRENTO – Una visita ufficiale a Trento, meno di un anno prima di diventare Papa, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, l’aveva fatta all’inizio di maggio del 2004. Tre gli appuntamenti in calendario in quell’occasione, la partecipazione alla cerimonia inaugurale del Festival di musica sacra e una tavola rotonda sull’Europa programmata all’Istituto trentino di cultura. Un problema con il volo da Roma aveva di fatto costretto il cardinale Ratzinger a saltare il primo appuntamento. Giunto in macchina a Trento, si era comunque incontrato brevemente con il presidente dell’Itc, Gianni Bonvicini, e con il professor Antonio Autiero, cui aveva illustrato la sua visione dell’Europa.
«I cattolici – aveva detto all’Adige a margine del colloquio – hanno una grande eredità “morale”, e una grande eredità “razionale” da spendere. Hanno una grande tradizione di umanesimo e quindi la responsabilità di “illuminare la ragione” senza imporre la loro fede agli altri. “Illuminare la ragione” significa aiutare a trovare le strade morali che possono unire un continente e possono essere quindi anche positivi per tutto il mondo. Questo servizio, per una “ragione” che non rimane soltanto “tecnica”, ma diventa anche umana e morale, rappresenta sempre una missione propria dei cattolici». Da qui il rinnovato monito affinché «il richiamo alle “radici cristiane” sia esplicitamente menzionato dalla Costituzione europea». In proposito, Ratzinger aveva sottolineato che «Cristo ha un ruolo anche per le altre culture: il suo volto è un’immagine di Dio, che è un Dio della pace, un Dio dell’amore, un Dio della riconciliazione, un Dio che ci dà anche criteri morali per una vita degna che risponda a tutta la ragione umana».
Ratzinger aveva anche preso parte alla concelebrazione in Duomo, assieme all’arcivescovo di Trento Luigi Bressan. E in quella circostanza l’Arcigay aveva manifestato davanti all’entrata della cattedrale: contestava al cardinale le sue prese di posizione contro le coppie omosessuali.


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