PADOVA A voler essere obiettivi, senza farsi distrarre dalla gragnuola di legnate piovuta da ogni dove, si può dire che sono stati perlomeno intempestivi. Ma come, proprio nei giorni in cui la Cassazione apre alle adozioni gay, la Corte europea per i diritti dell’uomo sentenzia che gli omossessuali possono adottare i figli del partner, sempre più Paesi autorizzano il matrimonio tra persone dello stesso sesso e in Veneto gli ospedali si organizzano per assistere le coppie lesbiche in attesa, loro tirano fuori il vecchio refrain dei fascisti de no’ altri sul «culo», alludendo a derivati tristemente immaginabili? D’accordo, arrivare al 2% è dura per tutti e a tre giorni dal voto non è semplice guadagnarsi la prima pagina dei giornali se non si è nella rosa dei «big», ma i «Fratelli d’Italia» Raffaele Zanon e Alberto Romano Pedrina, candidati a Senato e Camera, l’hanno combinata grossa. Hanno sbertucciato con un video postato su youtube la poetica performance applaudita a Sanremo di Federico e Stefano. I due fidanzati, seduti e accompagnati dalle note del «Notturno» di Chopin, hanno affidato a cartelli il racconto della loro storia d’amore, coronata il 14 febbraio con le nozze celebrate a New York, data l’impossibilità di farlo in Italia. Un’idea mutuata dall’accoppiata Zanon-Pedrina, che ha usato Chopin, cartelli e sorrisi per declamare il seguente delicato invito all’elettore: «Vota con la testa e con il cuore, non votare con il culo». La chiosa ad un climax tutto patria e famiglia: «Crediamo in un’Italia pulita, dove la famiglia dev’essere tutelata, in cui un uomo e una donna possano fare un figlio. Crediamo che l’amore di un uomo e una donna sia la base del futuro della nostra nazione». Poi l’incontenibile orgoglio maschio: «Noi amiamo le donne. E in particolare Giorgia Meloni (fondatrice del loro partito, ndr)». Che infatti ha sferrato la prima mazzata: «A nome di Fratelli d’Italia chiedo scusa per il video-parodia, di pessimo gusto, realizzato in maniera autonoma da alcuni esponenti padovani e solidarizzo con le persone e le associazioni che si sono sentite offese. Ho chiesto agli autori di rimuovere immediatamente il video dalla rete e di chiedere a loro volta scusa. Il tema dei diritti per gli omosessuali è delicato, anche a causa delle inaccettabili discriminazioni perpetrate a loro danno nei secoli. Ribadiamo la nostra ferma condanna dell’omofobia. Iniziative così volgari e superficiali non appartengono al nostro modo di fare politica». Una tirata d’orecchi che ha fatto virare Zanon dal godereccio: «Ma possibile che quando si parla della patata nessuno insorge e se si tocca il culo apriti cielo?», a un risentito: «Siamo in un Paese isterico, non si può fare un minimo di ironia. Non sono omofobo, penso solo che la priorità debba essere indirizzata alla tutela delle famiglie naturali, che fanno mille sacrifici e non hanno i soldi per andare a sposarsi a New York». Per arrivare a un meno convinto: «Se qualcuno si è sentito offeso, mi spiace e me ne scuso. Io e Pedrina abbiamo sottoscritto l’impegno di Fratelli d’Italia per un codice contro le discriminazioni delle coppie gay». Troppo forte però la tentazione di sbracare: «Proporrò una norma per bandire alcune espressioni equivoche: per gli sfrontati “faccia di c…”, per i fortunati “hai c…”, per le minacce “ti faccio un c.. così”». Il tutto condito dal controcanto di Pedrina, che parla di «Paese intristito tornato al Braghettone, che vestiva i nudi michelangioleschi», e di Forza Nuova, lesta a esprimere «solidarietà umana e politica a chi ha osato fare sana e genuina satira contro una delle più potenti e intoccabili lobby: quella degli omossessuali». E se Forza nuova è pronta ad accogliere tra le proprie fila i due Fratelli d’Italia, Idv e Federazione della sinistra, con i consiglieri regionali Gennaro Marotta e Pietrangelo Pettenò, chiedono al governatore Luca Zaia «se Zanon non sia incompatibile con il ruolo di presidente di Veneto Innovazione», invocandone le dimissioni. Inequivocabile l’ultimatum di Zaia, che nel definire «a tratti vomitevole» il filmato incriminato, esorta Zanon («e lo dico una sola volta») «a chiedere scusa utilizzando le stesse modalità con cui ha offeso e imbarazzato, cioè un video. Si è andati oltre tutti i limiti del buon gusto». E a poco vale il tentativo di discolparsi da parte dell’ex assessore regionale alla Sicurezza («Incredibile come siamo riusciti a governare bene il Veneto nonostante questi personaggi», sentenzia l’ex presidente Giancarlo Galan), che tira in ballo la parodia della trovata sanremese inscenata a «Ballarò» dalle ex iene Luca e Paolo. Ma di tutt’altro tenore: «Perchè i gay non si possono sposare in Italia? perchè c’è il Papa. Anzi c’era. Ma ci sono ancora Mastella, Casini, la Binetti». Sorrisi. Invece contro la brutta copia padovana solo pietre. Furioso l’Arcigay («Squallido tentativo di propaganda elettorale omofoba, che offende i sentimenti di milioni di persone»), superiore il leader di Sel Nichi Vendola («Più che offeso mi sento imbarazzato: sono dei poveracci, bisognerà organizzare dei corsi di recupero per ignoranti»), lapidario il Pd («stupidità e cattivo gusto»), mentre Antonio Ingroia si rimette la toga, minacciando querela per istigazione alla violenza e alla discriminazione. Ma qualcuno racconta che ieri sera il buon «Lello» se la rideva: tutta Italia parlava solo di lui. Come ai bei tempi del «muro» antispaccio di via Anelli. Un soffio di gioventù. Michela Nicolussi Moro RIPRODUZIONE RISERVATA PADOVA A voler essere obiettivi, senza farsi distrarre dalla gragnuola di legnate piovuta da ogni dove, si può dire che sono stati perlomeno intempestivi. Ma come, proprio nei giorni in cui la Cassazione apre alle adozioni gay, la Corte europea per i diritti dell’uomo sentenzia che gli omossessuali possono adottare i figli del partner, sempre più Paesi autorizzano il matrimonio tra persone dello stesso sesso e in Veneto gli ospedali si organizzano per assistere le coppie lesbiche in attesa, loro tirano fuori il vecchio refrain dei fascisti de no’ altri sul «culo», alludendo a derivati tristemente immaginabili? D’accordo, arrivare al 2% è dura per tutti e a tre giorni dal voto non è semplice guadagnarsi la prima pagina dei giornali se non si è nella rosa dei «big», ma i «Fratelli d’Italia» Raffaele Zanon e Alberto Romano Pedrina, candidati a Senato e Camera, l’hanno combinata grossa. Hanno sbertucciato con un video postato su youtube la poetica performance applaudita a Sanremo di Federico e Stefano. I due fidanzati, seduti e accompagnati dalle note del «Notturno» di Chopin, hanno affidato a cartelli il racconto della loro storia d’amore, coronata il 14 febbraio con le nozze celebrate a New York, data l’impossibilità di farlo in Italia. Un’idea mutuata dall’accoppiata Zanon-Pedrina, che ha usato Chopin, cartelli e sorrisi per declamare il seguente delicato invito all’elettore: «Vota con la testa e con il cuore, non votare con il culo». La chiosa ad un climax tutto patria e famiglia: «Crediamo in un’Italia pulita, dove la famiglia dev’essere tutelata, in cui un uomo e una donna possano fare un figlio. Crediamo che l’amore di un uomo e una donna sia la base del futuro della nostra nazione». Poi l’incontenibile orgoglio maschio: «Noi amiamo le donne. E in particolare Giorgia Meloni (fondatrice del loro partito, ndr)». Che infatti ha sferrato la prima mazzata: «A nome di Fratelli d’Italia chiedo scusa per il video-parodia, di pessimo gusto, realizzato in maniera autonoma da alcuni esponenti padovani e solidarizzo con le persone e le associazioni che si sono sentite offese. Ho chiesto agli autori di rimuovere immediatamente il video dalla rete e di chiedere a loro volta scusa. Il tema dei diritti per gli omosessuali è delicato, anche a causa delle inaccettabili discriminazioni perpetrate a loro danno nei secoli. Ribadiamo la nostra ferma condanna dell’omofobia. Iniziative così volgari e superficiali non appartengono al nostro modo di fare politica». Una tirata d’orecchi che ha fatto virare Zanon dal godereccio: «Ma possibile che quando si parla della patata nessuno insorge e se si tocca il culo apriti cielo?», a un risentito: «Siamo in un Paese isterico, non si può fare un minimo di ironia. Non sono omofobo, penso solo che la priorità debba essere indirizzata alla tutela delle famiglie naturali, che fanno mille sacrifici e non hanno i soldi per andare a sposarsi a New York». Per arrivare a un meno convinto: «Se qualcuno si è sentito offeso, mi spiace e me ne scuso. Io e Pedrina abbiamo sottoscritto l’impegno di Fratelli d’Italia per un codice contro le discriminazioni delle coppie gay». Troppo forte però la tentazione di sbracare: «Proporrò una norma per bandire alcune espressioni equivoche: per gli sfrontati “faccia di c…”, per i fortunati “hai c…”, per le minacce “ti faccio un c.. così”». Il tutto condito dal controcanto di Pedrina, che parla di «Paese intristito tornato al Braghettone, che vestiva i nudi michelangioleschi», e di Forza Nuova, lesta a esprimere «solidarietà umana e politica a chi ha osato fare sana e genuina satira contro una delle più potenti e intoccabili lobby: quella degli omossessuali». E se Forza nuova è pronta ad accogliere tra le proprie fila i due Fratelli d’Italia, Idv e Federazione della sinistra, con i consiglieri regionali Gennaro Marotta e Pietrangelo Pettenò, chiedono al governatore Luca Zaia «se Zanon non sia incompatibile con il ruolo di presidente di Veneto Innovazione», invocandone le dimissioni. Inequivocabile l’ultimatum di Zaia, che nel definire «a tratti vomitevole» il filmato incriminato, esorta Zanon («e lo dico una sola volta») «a chiedere scusa utilizzando le stesse modalità con cui ha offeso e imbarazzato, cioè un video. Si è andati oltre tutti i limiti del buon gusto». E a poco vale il tentativo di discolparsi da parte dell’ex assessore regionale alla Sicurezza («Incredibile come siamo riusciti a governare bene il Veneto nonostante questi personaggi», sentenzia l’ex presidente Giancarlo Galan), che tira in ballo la parodia della trovata sanremese inscenata a «Ballarò» dalle ex iene Luca e Paolo. Ma di tutt’altro tenore: «Perchè i gay non si possono sposare in Italia? perchè c’è il Papa. Anzi c’era. Ma ci sono ancora Mastella, Casini, la Binetti». Sorrisi. Invece contro la brutta copia padovana solo pietre. Furioso l’Arcigay («Squallido tentativo di propaganda elettorale omofoba, che offende i sentimenti di milioni di persone»), superiore il leader di Sel Nichi Vendola («Più che offeso mi sento imbarazzato: sono dei poveracci, bisognerà organizzare dei corsi di recupero per ignoranti»), lapidario il Pd («stupidità e cattivo gusto»), mentre Antonio Ingroia si rimette la toga, minacciando querela per istigazione alla violenza e alla discriminazione. Ma qualcuno racconta che ieri sera il buon «Lello» se la rideva: tutta Italia parlava solo di lui. Come ai bei tempi del «muro» antispaccio di via Anelli. Un soffio di gioventù. Michela Nicolussi Moro
Fratelli d’Italia, parodia omofoba Partiti concordi: «Una vergogna»
Questo articolo è stato scritto il 21 febbraio 2013.
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