La Regione Emilia-Romagna, il 27 luglio, dopo 39 ore di discussione, ha approvata la: “Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”.
Sinteticamente la legge prevede :
– interventi in materia di politiche attive del lavoro: formazione, aggiornamento professionale, integrazione sociale;
– attività e iniziative a sostegno dell’associazionismo sportivo impegnato a favorire l’equa partecipazione allo sport, il contrasto di stereotipi discriminatori e l’abbandono sportivo;
– la promozione e il sostengono di eventi socio-culturali che diffondono la cultura dell’integrazione e della non discriminazione, al fine di sensibilizzare la cittadinanza al rispetto delle diversità e di ogni orientamento sessuale o identità di genere;
– il monitoraggio sulle discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
Una legge quindi che prevede azioni positive contro le discriminazioni, ma che contiene anche un articolo (il 12) pleonastico e fuori luogo in una legge sulle discriminazioni che va a modificare la legge regionale 6 del 2014 rifacendosi alle prescrizioni e divieti della legge 40 del 2004 in tema di gestazione per altri vietando eventuali finanziamenti alle associazioni che “effettuano, organizzano e pubblicizzano la gpa”. Una prescrizione superflua proprio perché già prevista dalla legge 40. Inoltre le attività di divulgazione, dibattito e approfondimento sul tema non rientrano in questa fattispecie (anche perché le tutela l’articolo 21 della Costituzione), ragione per cui nessuna associazione è mai stata perseguita per questi motivi.
Per una valutazione oggettiva più completa occorrerà ovviamente attendere di vedere come la Regione darà seguito alle prescrizioni della legge, in special modo riguardo al contrasto verso le discriminazioni multiple (persone LGBT: migranti, anziane, con diversa abilità, sieropositive,..) che non sono esplicitate in modo specifico nel testo della legge, e pertanto soggette alle scelte che verranno fatte per dare operatività alla nuova legislazione nei prossimi anni.
L’approvazione da parte del Consiglio Regionale della legge è solo l’inizio, decisivo per capire fino in fondo l’impatto della norma sarà il come la struttura amministrativa della Regione Emilia Romagna darà gambe alle prescrizioni positive previste.