Contro la cultura dello stupro, venerdì 1 settembre portiamo in strada i nostri corpi, la nostra rabbia collettiva e rumorosa e la nostra solidarietà attiva verso tutte le persone che sono oggetto di violenza di genere.
Lo stupro di Palermo ci ricorda che maschilità tossica, misoginia e omolesbobitransfobia sono tutte facce della stessa medaglia, quella di una cultura patriarcale che nega le vite delle donne e delle persone con identità sessuali altre rispetto alla norma del maschio-etero-cisgender.
Lo stupro di Palermo non è l’eccezione, è solo l’ennesima espressione violenta di quella norma.
Di fronte alla cultura dello stupro l’indifferenza è complicità.
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