LA NOSTRA MEMORIA È RESISTENZA
MERCATO DELLA MEMORIA 2025
Il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa liberava il campo di concentramento di Auschwitz. Questa data, simbolica per la fine di una delle atrocità più grandi della storia, è stata nel 2005 istituita come Giornata della Memoria dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per ricordare le vittime dell’Olocausto.
Tra le vittime meno ricordate e più nascoste di questa atrocità ci sono le persone appartenenti alla comunità LGBTIQIA+ internate nei campi di concentramento con ingiusti pretesti perché considerate una minaccia per la “razza perfetta”. Il 27 gennaio noi vogliamo e dobbiamo ricordarle perché sono le vittime di cui ci si dimentica dolorosamente più spesso o che si preferisce escludere agendo una seconda, e più subdola, violenza: l’invisibilizzazione.
Negli ultimi mesi come Cassero LGBTQIA+ Center abbiamo subito diversi attacchi diretti che non solo ci hanno colpito come associazione, ma anche come singole persone appartenenti alla comunità.
Tra i mesi di novembre 2024 e gennaio 2025 per ben tre volte lo striscione “FROCIE SEMPRE, FASCISTE MAI” appeso davanti al nostro ingresso è stato danneggiato e buttato a terra. A capodanno la nostra sede storica presso la Salara di via Don Minzoni è stata presa d’assalto, sono stati lanciati i volantini del centro antidiscriminazione, sono stati strappati e gettati a terra i cartelloni e le insegne affisse e, all’ingresso, è stato lasciato un cartello con scritto “SPAZI LIBERI, VIA TUTTI I FROC*”.
Non si tratta solo di atti di goliardia e di inciviltà, ma sono manifestazioni chiare e dirette della cultura dell’odio strettamente collegate tra di loro e che fanno della discriminazione e della violenza nei confronti di chi è percepito come “diverso” il proprio strumento di prevaricazione. Questa violenza non colpisce solo noi come frocie, ma agisce una violenza collettiva che coinvolge tutta la società. L’omologazione a un modello unico e “corretto” non è altro che l’imposizione di un ideale degenerato che, rispolverando il mito della “razza ariana”, genera discriminazioni e violenze. La violenza omolesbobitransafobica, lungi dall’essere un retaggio del passato, è oggi un fenomeno in preoccupante aumento in Italia, con aggressioni sempre più gravi contro persone LGBTQIA+ in città come Roma, Milano, Torino e Bologna. Questi episodi sono segno di una crescente normalizzazione dell’odio e della discriminazione. L’assenza di leggi adeguate di protezione, aggravata dal fallimento del DDL Zan nel 2021, ha lasciato il campo libero a questi attacchi. È urgente prendere provvedimenti per introdurre tutele adeguate a contrastare questa ondata di violenza.
Questi attacchi diretti che ci vorrebbero inibire si inseriscono perfettamente all’interno di un sistema che ci vorrebbe silenti. La censura violenta e repressiva di qualsiasi voce di dissenso è ciò che è successo anche pochi giorni fa ad Acca Laurenzia. Il 7 gennaio, durante la commemorazione annuale che raccoglie gli esponenti filo-fascisti di CasaPound e ad altre fazioni di estrema destra, l’unica persona ad essere stata schedata dalle forze dell’ordine è quella che ha osato urlare “Viva la costituzione italiana, viva la resistenza” e non quelle che, in quella stessa circostanza, hanno inneggiato al fascismo con il saluto romano.
La normalizzazione della violenza passa anche dall’anestesia della società nei confronti dei soprusi e del genocidio che il popolo palestinese sta subendo da anni da parte dello stato di Israele. Anche in questo caso non possiamo che schierarci dalla parte delle persone e delle popolazioni oppresse, in guerra, marginalizzate e invisibilizzate la cui storia ed esistenza viene cancellata sistematicamente da una società che parla solo dei vincitori. Non possiamo che prendere le distanze da un sistema patriarcale e guerrafondaio che conosce, accetta e applica solo un linguaggio fatto di continue violenze e soprusi.
In questo contesto, come ogni anno, PeopAll ripropone il Mercato della Memoria 4.0. che, fin dalla sua prima edizione, si è affermato come luogo di scambio, dialogo e confronto. Il mercato incarna il concetto della memoria che viene fatta vivere e rivivere attraverso le storie e i racconti dei vestiti vintage di seconda mano di Piazza Grande.
All’interno di questa cornice torna Rosa Cenere la mostra realizzata da Jacopo Camagni e PeopAll nel 2014 insieme al Centro di Documentazione Flavia Madaschi e prodotta dal Cassero LGBTIQIA+ Center. Il 2024 ha visto la seconda edizione di questo progetto curatoriale con la creazione di otto nuove tavole nate dalla necessità di ampliare la mostra per dare maggiore visibilità alle vittime appartenenti alla comunità LGBTQIA+ rappresentando le storie di donne lesbiche e di persone trans*.
La matrice di indifferenza e privilegio del Nazismo e del Fascismo non è scomparsa, oggi si manifesta in una società patriarcale che marginalizza e discrimina chi si discosta dall’ideale imposto. Oggi noi siamo qua per assumerci e rivendicare il nostro ruolo di memoria collettiva e per non dimenticare mai, siamo qua per destabilizzare la società che non si sente responsabile delle violenze che ripetutamente applica e agisce. Dobbiamo essere presidio attivo contro le crescenti minacce neo-fasciste che ci attaccano costantemente e che si fanno sempre più forti, ma che si nascondono dietro all’anonimato.
La nostra memoria è resistenza, e continueremo a resistere, a parlare, a difendere i nostri corpi, i nostri spazi e i nostri diritti.
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Articolo tratto da https://cassero.it/
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