Nel novembre 2012, a Roma, Andrea Spezzacatena si uccide a causa del bullismo di cui era vittima a scuola, da compagni che lo “accusavano” di essere gay. Aveva solo 15 anni. Nel gennaio 2023 Lucas, 13 anni, si uccide per lo stesso motivo a Golbey, in Francia. Sono solo due tra moltissimi esempi dolorosi di adolescenti che, in tutto il mondo si sono suicidati non perché omosessuali, ma perché si sono trovati a vivere in un contesto ferocemente omofobo.
La salute e il benessere mentale tra i e le giovani delle scuole superiori (di età compresa tra 14 e 18 anni) è un problema serio: secondo diverse ricerche il 10%-20% di tutti gli adolescenti sperimenta depressione e tendenze suicidarie, soprattutto in relazione a fenomeni come il bullismo. Secondo una ricerca del 2020, questa percentuale arriva a raddoppiare e in certi casi a triplicare nel caso di giovani LGBTQIA+.
Le cause della tragica morte del tredicenne allievo della scuola Vittorio Emanuele Orlando di Palermo non sono state ancora accertate, e forse non lo saranno mai del tutto.
Ma, unendoci al dolore della famiglia, delle amiche e degli amici, della scuola, non possiamo che riflettere sul fallimento collettivo della comunità educante: tutta, dalle istituzioni alle associazioni, dalle dirigenze ai collaboratori scolastici.
Dobbiamo riuscire a migliorare la capacità di farci carico del disagio e delle difficoltà che colpiscono le e gli adolescenti, che troppo spesso diventano bersaglio perché appaiono “diversi” rispetto a una norma che li vorrebbe tutte e tutti uguali, eterosessuali, cisgender, magri, bianchi, alla moda.
Daniela Tomasino, vicepresidente nazionale Arcigay: “Due anni fa il ddl Zan è stato affossato per un articolo che introduceva timidamente degli interventi in tutte le scuole (per la giornata del 17 maggio), mostrando l’incapacità della politica italiana di prendersi cura delle e dei giovani, che necessitano assolutamente di programmi di educazione alle differenze, all’affettività, alla sessualità e al consenso.
In una giornata di lutto come quella odierna, come associazione per la promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+, come parte della comunità educante, come cittadine e cittadini italiani non possiamo esimerci dal constatare il fallimento della politica e contemporaneamente rilanciare la proposta di un’alleanza per il benessere delle e dei nostri adolescenti: un’alleanza tra istituzioni politiche e amministrative, scuole, agenzie educative, associazioni e collettivi.”
“Per quanto riguarda il nostro contributo – dichiara Mirko Pace, presidente di Arcigay Palermo – il Centro antidiscriminazioni Protego, che gestiamo insieme a istituzioni e associazioni, è a disposizione per laboratori, seminari e workshop in tutte le scuole di ogni ordine e grado delle province di Palermo e Trapani. Per realizzare insieme pratiche di contrasto al bullismo omolesbobitransafobico, provando a intervenire in un campo in cui nessun governo italiano ha mai avuto la volontà di agire.
Potete contattarci su [email protected] e sui nostri canali social: il nostro obiettivo, che dovrebbe essere quello di tutte e tutti, è costruire un mondo migliore in cui non si consumino più tragedie come queste.“
Articolo tratto da https://arcigaypalermo.wordpress.com/
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