Giacomo Stucchi, vicesegretario federale della Lega Nord al termine delle consultazioni con il Capo dello Stato si è affrettato a corteggiare il Partito Democratico perché a suo dire i programmi delle due forze politiche sono “per certi aspetti sovrapponibili” ad eccezione dei “diritti civili e le unioni ga” che “non rappresentano una urgenza, concentriamoci su cose che uniscano. E pensiamo a risolvere la crisi”.
Ricordiamo a Stucchi e alla Lega Nord che i diritti sono sinonimo di crescita e che non esiste crescita senza diritti.
Invitiamo quindi il risicato gruppo leghista sopravvissuto in Parlamento a prenotare, con le stesse risorse che noi cittadini versiamo anche nelle loro tasche, una vacanza al di fuori del profondo nord, magari in Francia, Inghilterra, Spagna, Stati Uniti o Argentina, così si accorgeranno che, nel ventennio in cui i leghisti hanno governato questo paese lasciandolo nel medioevo civile oltre che nel baratro economico, gran parte del mondo occidentale si è nel frattempo ampiamente evoluto e preferisce al cielodurismo omofobo che esclude omosessuali, lesbiche e trans, una più sana democrazia dei diritti e delle libertà.
Da questo punto di vista, un governo di inciucio che sacrificasse i diritti gay per larghe e improbabili intese nascerebbe già defunto.
Flavio Romani, presidente Arcigay