La Corte Europea per i diritti dell’uomo ha riconosciuto il diritto di uno dei partner di una coppia omosessuale di adottare il figlio dell’altro partner.
La sentenza, l’ennesima che arriva dalla democratica e vicina Europa, è un monito fermo ai partiti italiani ed indica l’unica strada da seguire su questi temi e cioè totale parità tra i cittadini, etero o omosessuali.
E’ un’Europa che chiede il matrimonio e che considera ampiamente superata qualsiasi proposta di regolamentazione parziale di alcuni diritti per le coppie gay e lesbiche, va oltre i “modelli alla tedesca” del Partito Democratico e non prende neanche in considerazione le ridicole modifiche del codice civile proposte da Silvio Berlusconi oggi o la proposta di alcuni diritti che ci arriva da Monti, europeo a fasi alterne.
Strasburgo premia le posizioni espresse fin qui con chiarezza da SeL, Movimento 5 Stelle e Rivoluzione Civile, e nella quale non hanno cittadinanza, né l’avranno, posizioni fondamentaliste e negazioniste dei diritti di altre formazioni politiche come l’Udc e le altre destre.
Quella che fino a poco tempo fa poteva sembrare, ma solo nel nostro paese, la proposta di una posizione avanzatissima, si ritrova adesso semplicemente a doversi adeguare a una realtà.
La sollecitazione europea non solo deve risvegliare le coscienze dei troppi moderati che fin qui sono rimasti titubanti rispetto ai diritti per gay e lesbiche, ma richiede che i prossimi senatori e deputati facciano finalmente la loro parte.
Il tempo è scaduto, ampiamente.
Flavio Romani, presidente Arcigay