Bologna, 15 settembre 2017 – “Abbiamo letto con profondo sconcerto dell’operazione di schedatura delle scuole messa in atto dal comitato “Difendiamo i nostri figli” a Bologna”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue. “Un’operazione squadrista, portata avanti con la benedizione di Forza Italia, che evidentemente vede nei progetti di contrasto alla violenza di genere un ostacolo alla realizzazione del modello berlusconiano e dei suoi harem. Ma soprattutto sull’operazione portata avanti a Bologna, e che vuole essere un’azione intimidatoria gravissima nei confronti delle famiglie, del corpo docente e degli studenti e delle studentesse che frequentano quegli istituti, occorre fornire un’informazione fondamentale, che riguarda proprio il comitato “Difendiamo i nostri figli”: come è già stato sottolineato da alcuni cronisti, nel fare l’ignobile schedatura il comitato ha fatto riferimento a fake news ampiamente smentite dai mass media, create ad hoc per sostenere le tesi di chi si scaglia contro l’educazione di genere. La pratica della mistificazione e la noncuranza dell’altrui dignità sono ricorrenti per questo comitato: occorre allora ricordare che il portavoce nazionale del comitato “Difendiamo i nostri figli” , Massimo Gandolfini, è imputato in un processo penale proprio per aver diffamato la nostra associazione.Siamo fermamente convinti che l’operazione del comitato “Difendiamo i nostri figli” oltrepassi abbondantemente i confini di un dibattito politico e trasgredisca non solo le leggi ma anche l’impianto costituzionale della nostra Repubblica. Pertanto è nelle aule di tribunali che questi signori vanno portati, uno a uno, per rispondere della gravità di quanto fanno e per difendere le scuole dal vero pericolo, cioè le loro intimidazioni. A questo scopo Arcigay ha lanciato la campagna #maqualegender alla quale corrisponde un fondo per le spese legali delle denunce contro le bugie e le diffamazioni del comitato: chiunque può contribuire al fondo donando sul sito www.maqualegender.it“, conclude Piazzoni.