Accogliamo con favore la notizia trapelata sui quotidiani locali, secondo la quale i gruppi cittadini di Sel e del Pse intenderebbero presentare una mozione per l’istituzione di un registro delle coppie di fatto in questa città.
Il tema non è nuovo al dibattito politico nostrano, in passato si sono, infatti, registrati tentativi, proposte e assunzioni di responsabilità in tal senso, conclusesi però con un niente di fatto. Come associazioni impegnate nel riconoscimento dei diritti delle persone L.G.B.T. (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e trans-gender) non possiamo non augurarci che questa sia la volta buona.
Il sindaco Occhiuto va ribadendo da tempo il suo impegno per il superamento di ogni pratica esclusiva e discriminatoria, nel tentativo di costruire una città dei diritti e delle pari opportunità: quale occasione migliore per dimostrare nei fatti la bontà dei propri propositi?
Il principio della pari dignità, infatti, non può appartenere a un singolo partito o a una coalizione ma deve essere un patrimonio comune, condiviso da tutti perché in linea con la costituzione e i valori che la sorreggono.
L’accoglimento della proposta da parte della giunta municipale rappresenterebbe, in tal senso, un fatto positivo poiché contribuirebbe al superamento del pregiudizio che vuole le destre come indifferenti, se non ostili, al riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, specie se omosessuali.
D’altro canto, sono proprio le coppie gay a subire le peggiori forme di discriminazione nel nostro Paese, visto che, diversamente da quanto accade per le coppie eterosessuali, i partner omosessuali sono esclusi anche dalla possibilità di scegliere se sposarsi o continuare a convivere. All’Italia spetta, infatti, un primato negativo tra le nazioni europee: essa è uno dei pochi paesi Ue, assieme alla Grecia e all’Ungheria, a non avere alcuna forma di legislazione a tutela delle convivenze omosessuali. Fatto che non può non destare indignazione in chi ha amore per la giustizia e l’uguaglianza.
Il nostro sostegno alla proposta del Partito socialista europeo e di Sinistra, ecologia e libertà nasce, perciò, da considerazioni di ordine pratico oltre che ideale. Il registro permetterebbe, infatti, l’accesso ad alcune prestazioni sociali relative ai trasporti e alle politiche per la casa, sostegni economici di vario genere ecc. tanto per fare alcuni esempi.
In particolare occorre che nelle delibere il Comune provveda, attraverso singoli atti e disposizioni degli Assessorati e degli Uffici competenti, a tutelare e sostenere le unioni civili, al fine di superare situazioni di discriminazione, favorire pari opportunità, integrazione e sviluppo nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio; che le aree tematiche entro le quali gli interventi sono da considerarsi prioritari siano: a) casa; b) sanità e servizi sociali; c) giovani, genitori e anziani; d) sport e tempo libero; e) formazione, scuola e servizi educativi; f) diritti e partecipazione e) mobilità.
Ma c’è di più, quello che ci preme sottolineare è l’alto valore simbolico che l’adozione del registro avrebbe. Da un lato, esso fungerebbe da sprone a una politica nazionale disattenta e troppo spesso timida in tema di nuovi diritti, dall’altro potrebbe rappresentare un primo ma significativo mattoncino da porre per la costruzione di una nuova rappresentazione sociale delle coppie gay e lesbiche: non più un’anomalia da nascondere ma una dimensione affettiva da valorizzare.
Cosenza può, così, riproporsi come avanguardia regionale tra i capoluoghi calabresi: laboratorio culturale in cui si sperimentano forme di rispetto delle diversità e convivialità delle differenze; città delle buone prassi politiche orientate al rispetto e al riconoscimento della reciproca dignità, nel solco di una tradizione che le è propria sin dalle origini.
Possiamo compiere un piccolo salto di civiltà, lasciandoci alle spalle la ristrettezza del pensiero unico, della normalità come repressione della molteplicità di forme e manifestazioni che caratterizza il genere umano; muoverci verso una concezione della convivenza civile in cui la diversità non debba necessariamente trasformarsi in disuguaglianza. Finalmente lontani dagli stereotipi di una città di provincia del sud culturalmente più arretrato, sessista e omofobo e un po’ più vicini alle tradizioni delle grandi capitali europee.
Le associazioni:
Certi diritti
Eos Arcigay Cosenza
Equality Italia
Omocrazia
Polis aperta