Il coordinamento Arcobaleno di Milano e Provincia, che riunisce le realtà lesbiche, gay, transessuali e bisessuali, esprime il suo disappunto per la lettera con cui il Comune di Rho nega l’autorizzazione in piazza San Vittore per la manifestazione «L’amore spiazza», che si è già svolta con successo nelle piazze principali e significative di Magenta, Bergamo, Pavia e Varese.
Chi attualmente amministra Rho “spiazza” la manifestazione relegandoci in Largo Marinai d’Italia, una piazza decentrata dove non c’è passaggio di persone. Evidentemente, non potendoci impedire di manifestare cerca in tutti i modi di impedire di rendere pubblici i nostri amori, i nostri corpi e i nostri vissuti.
Lasciano perplessi i tempi della risposta (a 4 settimane dalla richiesta ancora non è stata spedita) e ancora di più non ci convincono le motivazioni addotte: chi abita a Rho sa che in piazza san Vittore ci sono bancarelle, chioschi e gazebo quasi tutti i sabati, perché allora si sostiene che ci sono problemi di allacciamento alla rete elettrica solo in concomitanza con una manifestazione organizzata da gruppi omosessuali e transessuali?
Rho è in crisi politica già da diverso tempo, il comune è commissariato e ha perso il contatto con la sua cittadinanza, lasciandola in balia di dirigenti che decidono in base alle proprie convinzioni personali anziché rispettare la Costituzione e il regolamento comunale che prevede in modo esplicito l’utilizzo della piazza per tutte le associazioni che ne fanno richiesta.
In vista delle future elezioni amministrative chiediamo a tutte le realtà politiche, ai Candidati Sindaci, ai movimenti, alle Associazioni, alle cittadine e ai cittadini rhodensi di ricominciare ad occuparsi seriamente del territorio facendo rispettare le istanze di tutta la popolazione e di prendere posizione su una questione di civiltà, libertà e parità che riguarda l’intera società.
Lottare contro l’omofobia e la transfobia in questo caso significa quindi lottare contro dei brurocrati che usano le ordinanze e i silenzi per offendere, in nome del loro integralismo religioso, la dignità delle persone omosessuali e transessuali.
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