Mutuo negato, Arcigay Friuli fa causa alla regione

  

Giacomo Deperu, presidente Arcigay Friuli:”Omofobia istituzionale: la Regione nega alla coppia gay gli stessi diritti che riconoscerebbe loro come singoli cittadini”

L’associazione per la difesa degli omosessuali in Friuli invita ora i Comuni di Pordenone

e Udine ad aderire ufficialmente alla causa al Tar, per sostenere i diritti di cittadinanza

già riconosciuti dalle amministrazioni comunali, ma “calpestati

dalla discutibile interpretazione della Regione”

La Regione Friuli Venezia Giulia, per conto di Banca Medio Credito, nega il “contributo prima casa” a una coppia gay e Arcigay Friuli, primo caso in Italia, denuncia al Tar la Regione stessa insieme alla coppia.
È quanto accade a Pordenone dove una coppia di ragazzi omosessuali si è vista negare il contributo per acquistare casa concesso a tutte le coppie, anche quelle more uxorio, residenti in Friuli Venezia Giulia.
“L’assurdo – spiega il presidente di Arcigay Friuli “Nuovi Passi” Udine e Pordenone, Giacomo Deperu – è che se i due ragazzi, di cui seguiamo il caso da ottobre scorso insieme con l’avvocato Francesco Furlan di Pordenone, avessero richiesto il mutuo da single la Banca Medio Credito della Regione glielo avrebbe concesso”.
Lo spiega l’articolo 8 comma 3 del regolamento regionale secondo cui “possono presentare domanda persone maggiorenni in forma singola oppure associate qualora si tratti di coniugi o di conviventi more uxorio, ovvero di coppia intenzionata a contrarre matrimonio o a convivere more uxorio”. I due ragazzi di Pordenone, entrambi di 35 anni, convivono da sette e hanno deciso di metter su casa assieme così come milioni di altre coppie. E i due ragazzi seguiti da Arcigay Friuli sono a tutti gli effetti una coppia, a tal punto che gli uffici dell’Anagrafe del Comune di Pordenone li ha registrati come “Famiglia con relazione di parentela”.
“A questo punto – prosegue Deperu – è evidente che ci rivolgeremo al Tar, perché c’è un chiaro conflitto istituzionale. Da un lato, infatti, il Comune di Pordenone, esattamente come fa anche il Comune di Udine, su richiesta inserisce la coppia come famiglia con relazione di parentela applicando correttamente la legge anagrafica nazionale, mentre la Regione non riconosce, calpesatandoli, i diritti riconosciuti dalle amministrazioni comunali. Questo – tuona – è a tutti gli effetti un chiaro caso di omofobia istituzionale. Per questo motivo – conclude – invitiamo i Comuni di Pordenone e di Udine ad aderire insieme a noi al ricorso che i ragazzi presenteranno al Tar”.


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