OMOFOBIA, ALL'OSPEDALE DI LECCO "FUORI DA QUA LESBICA" SULL'ARMADIETTO DI UNA DIPENDENTE. ARCIGAY: "DOVE NON ESISTONO PREVENZIONE NÉ SANZIONI L'ODIO È FUORI CONTROLLO"
Bologna, 15 ottobre 2019 – "Abbiamo letto con sconcerto e grande tristezza della vicenda della dipendente dell'ospedale Manzoni di Lecco, che si è trovata una scritta omofoba ("Fuori da qua lesbica") sul proprio armadietto": lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che prosegue: "Alla lavoratrice trasmettiamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà. Lei, come molte altre persone lgbti, subisce le conseguenze di un sistema istituzionale che sottovaluta o addirittura ignora il fenomeno dell'odio omotransfobico e il modo in cui penetra negli ambienti di vita e di lavoro delle persone. In particolare, il caso di Lecco è desolante perché ci mostra gli effetti dell'assenza di una legge nazionale che sanzioni l'omotransfobia, sommata a un'altra assenza, cioè quella di una legge regionale che metta in campo azioni di prevenzione e contrasto". "Nei luoghi di lavoro – prosegue Manuela Macario, componente della segreteria nazionale di Arcigay, con delega al lavoro – è necessario portare percorsi di formazione, che migliorino la qualità di quegli ambienti, sia rispetto alla relazione con lavoratori e lavoratrici lgbti, sia nei confronti dell'utenza. Perché quella frase odiosa sull'armadietto – conclude – ci fa intuire che quell'ospedale non sia un luogo sicuro e accogliente per le donne lesbiche. E questo è un fatto paradossale e gravissimo.".