Palermo Pride 2013, Arcigay. Rispetto per le vittime di omicidio

  

“L’omicidio di Acqua dei Corsari – si indaga su ambienti gay. Si concentrano sul mondo dei gay le indagini sull’omicidio di M. P., ucciso con 40 coltellate e ritrovato nella borgata palermitana di Acqua dei Corsari il 26 aprile scorso col volto fracassato a colpi di pietra”.

Le frequentazioni nel mondo gay sono sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri per l’omicidio di M. P.”

“P., si indaga nel mondo gay – Le indagini, condotte dal pm Geri Ferrara, condurrebbero alla pista passionale maturata nell’ambiente degli omosessuali che l’imprenditore frequentava abitualmente.”

“I militari si erano subito concentrati sull’ipotesi del delitto maturato in ambienti gay.”

Queste sono solo alcune delle frasi comparse in alcuni comunicati del 7 e 8 maggio, relative all’uccisione di un uomo e riprese da decine di quotidiani, blog e testate giornalistiche on line.

Sono frasi che propagandano un’idea profondamente omofoba degli “ambienti gay”: leggendo queste notizie, si ha l’impressione che la comunità omosessuale sia un covo di pericolosi malfattori, un ambiente in cui vengono organizzati abitualmente omicidi e crimini.

Una rappresentazione influenzata da pregiudizi, che contribuisce a diffondere e a rafforzare l’omofobia nel nostro Paese. In questo modo la stampa si rende complice delle discriminazioni e dei crimini d’odio che rendono l’Italia fanalino di coda nel rispetto dei diritti umani e civili in Europa. Una rappresentazione negativa che non può non richiamare, del resto, l’immagine che i media danno dei migranti, dei sinti e dei rom, o a quella dei femminicidi, ancora spesso etichettati come “crimini passionali”.

“Chiediamo rispetto per la vittima di un efferato omicidio”, spiega Flavio Romani, presidente di Arcigay.

“Non si è mai letto sulla stampa di omicidi negli ambienti eterosessuali, eppure i femminicidi allignano proprio nello squilibrio dei rapporti tra uomo e donna. L’insistenza morbosa sulla presunta sessualità della vittima nel raccontare quell’omicidio non si giustifica se non nei pregiudizi di chi ha scritto e pubblicato quegli articoli. Nell’omosessualità non c’è nulla di scabroso e quell’uomo, e la sua intimità, dovevano essere rispettate dai media”.
“Il Pride nazionale che quest’anno si terrà a Palermo, è l’occasione per porre l’accento su come i media affrontano la questione lgbt a livello locale e nazionale – dichiara Titti de Simone, coordinatrice del Palermo pride 2013.
“Spesso anche in questo campo siamo molto distanti dallo “stile” dei media stranieri. Palermo Pride 2013 sarà l’occasione per misurare e se è il caso denunciare quanta cultura omofoba alberga anche nel campo dell’informazione. Particolarmente curioso, che a Palermo, città ospitante il Pride nazionale con il patrocinio delle istituzioni, in alcuni casi passino messaggi così carichi di pregiudizio e offensivi nei confronti del mondo lgbt”

È proprio per analizzare l’approccio della stampa italiana ai temi LGBT, e per proporre l’adozione di una nuova etica della comunicazione che il coordinamento Palermo ha organizzato il convegno “Orgoglio e pregiudizio: i temi lgbt nella stampa italiana”, con la presenza, tra gli altri, di Maria Laura Rodotà, Pierluigi Diaco, Delia Vaccarello (Unità) il 18 maggio a villa Niscemi, sede del Comune di Palermo.

Flavio Romani, presidente Arcigay
Titti De Simone, coordinatrice del Palermo pride 2013


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