ARCIGAY: “FESTEGGIAMO LA BRECCIA CHE SI E’ APERTA VERSO LA PIENA UGUAGLIANZA”
11maggio 2017 – “Un anno fa la Camera dei deputati dava il via libera alla legge sulle unioni civili: è un anniversario che festeggiamo e un’occasione per tracciare un bilancio”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. Che prosegue: “Ricordiamo ancora le giornate di lotta che hanno accompagnato l’iter della legge, ma anche i decenni di battaglie che generazioni di attivisti e attiviste prima di noi hanno portato avanti per garantirci questo primo risultato. Va detto che l’approvazione di un anno fa non determinò la rimozione immediata di tutti gli ostacoli: nei mesi abbiamo assistito a lungaggini burocratiche e veri e propri abusi istituzionali da parte di sindaci che hanno tentato, a legge vigente, di negare ancora quel diritto o di relegare quella felicità negli sgabuzzini dei palazzi comunali. Ma l’arroganza di questi personaggi non è riuscita a macchiare la felicità delle tante coppie che finalmente, grazie a questa legge, hanno coronato un sogno, ottenendo un riconoscimento pubblico per i loro amori e mettendo in sicurezza, grazie a un vincolo formale, le loro famiglie. Tracciare un bilancio vuol dire anche riaprire il dibattito sulla genitorialità delle persone lgbti, la grande esclusa della legge sulle unioni civili. Purtroppo in un anno sono rimaste lettera morta le promesse di una rapida riforma della legge sulle adozioni: le nostre famiglie arcobaleno sono costrette ancora oggi a ricorrere ai tribunali per restituire ai bambini il diritto sacrosanto ad avere una famiglia. E la giustizia, nelle tante storie che ha affrontato, ha sempre dimostrato di essere più avanti della politica, che invece ha sacrificato i diritti dei bambini e delle bambine sull’altare delle alleanze di governo e degli sgambetti tra maggioranza e opposizione. Dal canto nostro, saremo sempre il pungolo che ricorda al parlamento il bicchiere mezzo vuoto, gli impegni presi e che occorre rispettare e soprattutto la strada che ancora bisogna percorrere per tagliare il traguardo della piena uguaglianza. Perché l’obiettivo, per noi, resta il matrimonio egualitario. Infine: nei giorni scorsi si è sollevata una polemica sui numeri delle unioni civili celebrate in Italia: sono poche? sono molte? Sono l’inizio di una storia nuova, innanzitutto. E questo è l’aspetto più importante. E sono anche, nelle statistiche, in linea con gli altri paesi europei e con le attese di un Paese che è giunto quasi per ultimo a questo riconoscimento, quando già molte coppie di gay e lesbiche avevano imparato che prendendo un aereo potevano raggiungere Paesi in cui il loro amore sarebbe stato riconosciuto. E soprattutto i numeri ci ricordano che i diritti civili vanno a braccetto con i diritti sociali e che una volta riconosciuto il diritto per le coppie samesex di unirsi, bisogna riflettere sulla possibilità concreta di farlo, perché in alcuni casi quel riconoscimento è un lusso e spetta a noi, a tutte e tutti, abbattere ostacoli e distanze. Bisogna anche ricordare che l’unione civile, come il matrimonio, non è un’ortodossia: esistono altri modelli di felicità, altre scelte che meritano uguali rispetto e considerazione. Oggi però vogliamo goderci la festa e brindare al grande processo di visibilità che la legge sulle unioni civili ha innescato all’interno della comunità lgbti: le leggi, non ci stancheremo mai di dirlo, fanno cultura, e gli effetti benefici del riconoscimento delle coppie samesex li apprezzeremo per decenni. Questa è la rivoluzione che vogliamo e per ora abbiamo solo iniziato”, conclude Piazzoni.