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Questa pagina raccoglie fonti storiche di diversa natura: la loro scelta è stata determinata in base alla potenzialità divulgativa della fonte; in particolare tra i video sono incluse pellicole che, anche se non specificatamente documentali, sono in grado di riproporre con una certa fedeltà il contesto storico degli eventi a cui si riferiscono:

Video Documentari – Testi storiciTesi di Laurea –  Archivi on line

questa parte del sito è in costante evoluzione:
qualsiasi suggerimento sarà ben accetto

Video ordinati per anno di produzione:

Gabriella Romano

Ricordare


un documentario su omosessualità e fascismo


Italia: 2003

Durata: 42 minuti

Per
soli motivi di studio i documentari di Gabriella Romano sono
disponibili per la visione IN LOCO presso il centro di
documentazione del Cassero di Bologna e presso il Circolo Maurice di Torino.


Chiunque abbia interesse alla loro proiezione è invitato a
contattare direttamente l’autrice via mail:

[email protected]
.

Il documentario:

Il documentario raccoglie la
testimonianza di alcuni omosessuali italiani che hanno accettato di
raccontare i loro ricordi della vita durante il fascismo:
repressione, paura, arresti continui, confino, ma anche aneddoti
curiosi e qualche nostalgia per i giorni della gioventù in cui “la
vita era sempre bella”. E’ un capitolo della nostra storia su cui
solo recentemente si è cominciato a parlare.

RICORDARE testimonia allo
stesso tempo le difficoltà di percorso riscontrate dalla regista e
ricostruisce un itinerario complesso e molto lungo: sono infatti
pochissimi gli omosessuali di quella generazione che hanno accettato
di farsi intervistare, anche a distanza di così tanti anni. La
repressione è stata spesso interiorizzata a tal punto da generare
un’auto-censura quasi completa e la volontà di ricordare è
chiaramente una necessità che appartiene alle generazioni
successive, che vogliono scavare nel passato per trovare le proprie
radici e la propria storia.

Dunque, mettendo a nudo il “dietro le quinte”,
questo documentario pone a confronto quella generazione di
omosessuali con quella di oggi, nel tentativo di spiegare il perché
del silenzio che i gay italiani si sono imposti per più di sessant’anni.
Paradossalmente, però, molte contraddizioni e molte problematiche di
ieri sono ancora qui, oggi: i gay italiani sono tuttora, in
stragrande maggioranza, restii a dichiararsi, molti usano ancora la
copertura di un matrimonio per acquisire rispettabilità, per molti
la clandestinità è ancora una necessità, il “si fa ma non si dice” è
ancora la norma. Una mentalità radicata da secoli non si scrolla di
dosso nel corso di poche generazioni e, se si vogliono fare i conti
col passato, bisogna accettare anche gli aspetti con cui molti non
si identificano più. Al di là dei falsi trionfalismi, il film punta
il dito anche sulle contraddizioni che persistono, su quanto
sopravvive di quella problematica eredità nella comunità gay
odierna: dietro la retorica, gli slogan e le bandiere rainbow
potrebbe esserci qualcosa di scomodo e imbarazzante che pochi sono
disposti ad ammettere.


Gabriella Romano

L’altro ieri




Italia/Gran Bretagna: 2002

Durata: 25 minuti

Il documentario:

L’ALTRO IERI è il primo documentario
sull’omosessualità femminile in Italia durante il fascismo. Cinque
donne descrivono il clima di quell’epoca, fatto di repressione,
paura e soprattutto silenzio. Il loro racconto ci conduce nello
spazio limitato che le donne erano costrette ad occupare nella
società dell’epoca e allo stesso tempo rivela la ricchezza del loro
mondo interiore, le aspirazioni, i sogni, i desideri inconfessati.

In un contesto che valorizzava la donna solo in
funzione del suo ruolo di madre, l’omosessualità femminile era
l’ultimo tabù. Spesso era interpretata come segno inequivocabile
della presenza del demonio e molte donne che rifiutavano il
matrimonio subivano l’umiliazione del rito dell’esorcismo; oppure
era classificata come una manifestazione di “isterismo”, da curare
psichiatricamente. La parola non si pronunciava mai, come se la
morale imperante dell’epoca ne negasse completamente l’esistenza.

Il documentario si avvale di materiale di
propaganda fascista che visualizza il tipo di donna che il regime
imponeva e d’immagini tratte da film didattici americani girati in
Italia durante il ventennio; questi ultimi sono rari documenti della
vita quotidiana italiana, perché tra i pochi non sottoposti a
completa censura da parte del regime. Le immagini di repertorio
contrastano con alcune ricostruzioni stilizzate che illustrano la
sfera dell’intimo, del personale e dell’erotico dei racconti delle
intervistate.

Narrare la repressione è una sfida perché spesso
la repressione è sottile, sfuggente, non si dichiara apertamente,
non consiste di fatti eclatanti, ma di tanti piccoli segnali che
hanno un significato chiaro solo quando si sommano. La testimonianza
corale è perciò importante perché consente di ricreare il clima, il
contesto dell’epoca e garantisce che questo sconosciuto, scomodo
capitolo della storia italiana non venga dimenticato.


Rob Epstein

Paragraph 175


Recensione tratta da
www.cinemagay.it


Francia/Germania/Belgio: 1999

Durata: 75 minuti

Il film:

Paragraph 175, documentario di Jeffrey
Friedman e Rob Epstein, raccoglie le testimonianze di omosessuali
sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti. Le stime degli storici
parlano di circa 15000 omosessuali condannati in base al paragrafo 175 del
codice penale tedesco. Molti di questi finirono nei campi di
concentramento, dove furono tra i primi a morire, perché gli uomini col
triangolo rosa erano il simbolo di uno dei gruppi maggiormente
disprezzati. Di queste vicende non si è parlato per oltre 30 anni, dopo la
fine della Seconda Guerra Mondiale, segno evidente che la persecuzione non
è cessata nel 1945. Solo negli anni Settanta, per iniziativa del movimento
gay, si è cominciato a recuperare quei pochi frammenti di memoria che
ancora restavano. Dopo altri tre decenni Paragraph 175 traduce in emozioni
visive i racconti atroci di quei pochi che ancora nel 1999, viventi,
potevano testimoniare quest’orrore dimenticato, rimosso spesso dagli
stessi protagonisti. Questi ultimi vittime non solo delle persecuzioni
naziste, ma anche della vergogna di essere omosessuali. Un documento unico
per la sua forza narrativa, che colpisce soprattutto per ciò che non si
vede, ma s’immagina dietro agli occhi di quei vecchi signori che parlano,
piangono e ogni tanto restano ammutoliti per qualche lunghissimo secondo,
schiacciati dal dolore del ricordo. Un lavoro di ricerca durato quasi tre
anni tra raccolta fondi, ricerca, preparazione, produzione. Presentato al
Sundance e vincitore dell’Orso d’oro come miglior documentario al Festival
di Berlino del 2000, l’accoglienza in Germania è stata positiva e ha
indotto il governo tedesco ad accelerare la pratica di riconoscimento
ufficiale di risarcimento agli omosessuali sopravvissuti ai campi di
concentramento nazisti, recentemente approvata.

NOTA DEI REGISTI:

Il triangolo rosa è stato adottato dalla
comunità gay come simbolo, ma la sua storia e il suo significato non sono
mai stati pienamente compresi da molti gay nè soprattutto dal grande
pubblico. Secondo una ricerca del 1993 commissionata da American Jewish
Committee solamente la metà degli adulti inglesi e un quarto di quelli
americani sapevano che i gay erano vittime del regime nazista e che il
triangolo rosa era l’emblema fisico usato dai nazisti per identificare gli
omosessuali. Paragraph 175 esplora una storia mai raccontata prima su
pellicola e difficilmente studiata nei libri di storia. Perchè non c’è
traccia storica delle esperienze di decine di migliaia di persone che sono
state perseguitate e uccise? In qualità di gay e di ebrei, avevamo
ovviamente ragioni personali per approfondire questa storia. Sentimmo la
necessità di registrare tutti quei racconti mentre ancora c’erano dei
testimoni viventi a narrarli. C’erano vittime omosessuali, c’erano
combattenti della resistenza omosessuali e c’erano nazisti e loro
simpatizzanti omosessuali. Inoltre, anche se i nazisti perseguitarono
costantemente gli omosessuali, i loro opponenti cercarono di utilizzare
l’omosessualità di un ufficiale nazista di alto rango per propagandare che
tutti i nazisti erano omosessuali. Durante il periodo nazista molti gay
riuscirono a scappare dalla persecuzione. Come poterono sopravvivere? -Rob
Epstein and Jeffrey Friedman


Max Farberbock

Aimée e Jaguar


Recensione tratta da
www.cinemagay.it


Germania: 1998

Durata: 126 minuti

Il film:

Aimée und Jaguar è la versione cinematografica
della vera storia di Lily e Felice presentata nel documentario Love
Story. Lily Wust era moglie di un soldato del Reich tedesco
impegnato sul fronte orientale e madre di quattro figli: la perfetta
donna ariana. Felice Schragenheim era una ragazza ebrea che viveva
sotto falso nome, attivamente impegnata nelle attività clandestine
della Resistenza. Due donne il cui amore fu più forte dell’odio che
avrebbe dovuto separarle. Presentato alla Berlinale 1999, Orso d’Oro
ex-aequo alle due attrici protagoniste. Sta diventando un film cult
lesbico sia per l’importanza della storia raccontata che per la
grande e struggente interpretazione.


Toni Boumans

But I was a girl – The story of Frieda
Belinfante




Testo tratto da
www.cinemagay.it


Olanda
: 1998

Durata: 118 minuti

Di padre ebreo e di madre cristiana, Frieda fu la
prima donna direttrice d’orchestra in Olanda. Dopo l’occupazione
tedesca entrò nella Resistenza antifascista. In questo straordinario
documento Frieda Belinfante ci parla dell’impatto dell’Olocausto
sulla sua vita e della sua posizione di donna lesbica all’interno
della Resistenza olandese.

Sinossi:

Nel 1994 Klaus Müller intervistò per conto dell’Holocaust
Memorial Museum la lesbica olandese Frieda Belinfante, allora
novantenne. Di padre ebreo e di madre cristiana, Frieda fu la prima
donna direttrice d’orchestra in Olanda. Dopo l’occupazione tedesca
entrò nella Resistenza antifascista. Quando il gruppo di cui faceva
parte fu scoperto e giustiziato dopo aver compiuto una delle
principali azioni della Resistenza olandese – la distruzione di
tutti i dati dell’anagrafe nazionale -, Frieda si salvò vestendosi
da uomo, nascondendosi ogni notte in un luogo diverso ed infine
fuggendo in Svizzera attraverso il Belgio e la Francia.
Emigrata negli Stati Uniti nel 1947, fondò l’Orange County
Philarmonic Orchestra.


Sean Mathias

Bent



Recensione tratta da
www.cinemagay.it


United Kingdom / Giappone: 1997

Durata: 118 minuti

Il film:

Tratto dall’omonima piece teatrale di Martin
Sherman. Nella Berlino nazista cominciano le deportazioni. Il
destino di Max, omosessuale recluso come ladro, si incrocia con
quello di Horst deportato come omosessuale. Con due splendidi camei
di Mick Jagger in drag e di Ian Mac Kellen. Film di difficile
reperibilità nonostante le sue qualità stilistiche e di contenuto.
Speriamo che presto venga distribuito anche in Italia. Contiene
anche una delle prime apparizioni di Jude Law.

Scheda in lingua inglese:


http://www.imdb.com/title/tt0118698/


Nigel Finch

Stonewall




Recensione tratta da
www.cinemagay.it


United Kingdom: 199
5

Durata: 99 minuti

Il film:

Ricostruzione degli eventi di Stonewall,
il bar gay newyorchese teatro della famosa ribellione del 28 giugno 1969
contro la polizia, simbolo delle rivendicazioni dell’attivismo
omosessuale, attraverso le vicende personali di La Miranda, travestito
romantico, Matty Dean, provinciale in fuga verso New York e Ethan,
giornalista e attivista ‘borghese’. Bel tentativo antidocumentaristico di
analizzare un momento chiave del movimento gay, in cui si materializzavano
le contraddizioni intrinseche delle varie anime dell’attivismo omosessuale
(il travestitismo, l’upper gay class, la questione della privacy e la
battaglia per i diritti civili in giacca e cravatta) attraverso tre
personaggi fortemente simbolici ben recitati. Restano impressi: la storia
d’amore tra il bellissimo Matty Dean e l’adorabile La Miranda, angelo nero
dal cuore d’oro, le imposizioni della polizia sulle spiagge gay dell’epoca
(coprirsi il costume con l’asciugamano, non abbracciarsi alle feste), la
ribellione dei travestiti ritmata dai colpi di tacco. Il regista, morto di
Aids prima che il film fosse ultimato, ci ricorda che il giorno della
ribellione coincise, e non a caso, con i funerali di Judy Garland, diva
adoratissima dai gay.

Sinossi:

Nell’estate del 1968, il giovane Matty
Dean, omosessuale di provincia, giunge a New York e si introduce in un
locale di transessuali di Greenwich Village, lo “Stonewall”, dove, durante
un controllo brutale della polizia, prende le difese del travestito
portoricano La Miranda e finisce con lui in prigione. A pagare per loro la
cauzione è Bostonia, altro omosessuale che amoreggia segretamente col
proprietario del locale, il mafioso Skinni Vinnie. Matty, iniziata una
relazione con La Miranda, viene poi a contatto con un gruppo di
omosessuali, che intendono sensibilizzare l’opinione pubblica sulla
discriminazione di cui sono oggetto, e conosce Ethan, un giovane
insegnante. La Miranda lo invita ad una cerimonia di “vestizione” di un
neofita, e i due si mettono insieme. Successivamente Matty si traveste per
salvare l’amico dalla chiamata alle armi, scandalizzando i selezionatori.
Questo gruppo inizia una provocazione pubblica nei locali, con giornalista
e fotografo al seguito, mentre Vinnie chiede invano a Bostonia di cambiare
sesso chirurgicamente. Poi il gruppo gay sfila a Philadelphia tra
l’indifferenza generale. Ethan convince Matt a seguirlo in una vacanza al
Nord, dove la maggiore tolleranza è in realtà solo apparenza. Poiché
l’attrice Judy Garland è morta, per consolare Bostonia, sua fan, Vinnie la
porta a prendere un gelato e si abbandona in pubblico a provocatorie
effusioni. Matt, che deluso da Ethan è tornato con La Miranda (che ha
smesso i panni femminili), va con l’amico allo “Stonewall” dove una nuova
retata, condotta con maggior brutalità della prima, provoca la rivolta dei
transessuali.


Weishaupt Joseph, Jeanrond Elke, Muller
Klaus

Wir weren mit ein grosses “A” gezeichnet
Eravamo marchiati con una A maiuscola



Testo tratto da

http://centri.univr.it/


resistenza/omosessuali.htm

Prodotto dalla Mediengruppe Schwabing
Filmproduction; ne esiste una versione con sottotitoli in
inglese a cura del Museo Memoriale dell’Olocausto di
Washington (USHMM)al quale si può far riferimento per
chiederne copia


Germania: 1991

Durata: 45 minuti

Buchenwald:

A Buchenwald, così come in tutti i campi di
concentramento, i nazisti impiegarono enormi energie per applicare
sistemi per umiliare, tormentare e usare violenza alle persone
omosessuali. Ciò é noto non solo dai racconti degli ex-prigionieri,
ma anche dai memoriali dei leader nazisti come Himmler, che era
guidato da un inimmaginabile odio verso gli omosessuali. Altri, come
Rudolf Höss comandante dei lager di Auschwitz e Sachsenhausen,
esercitarono, nei confronti degli omosessuali, una vera e propria
azione di sadismo pianificato. Gli uomini col triangolo rosa non
solo erano considerati la feccia peggiore sia dalle SS che dagli
altri detenuti, ma erano anche tenuti in Unità di Isolamento
Speciali, emerginati dal resto degli internati ed assegnati ai
lavori più duri.

La cava di Buchenwald fu descritta
dall’ex-prigioniero Jaruslav Bartel in questo modo: “Il lavoro nella
cava si svolgeva in condizioni inumane, costantemente sotto la
guardia delle SS, in mezzo agli spari dei capisquadra. Ogni giorno
si verificavano mutilazioni, incidenti e ferite mortali.
Difficilmente passava un giorno senza la fucilazione di uno o più
prigionieri. Quasi tutti i giorni, quando l’Unità di Isolamento
Speciale marciava in fila per cinque, il kapò aveva già ricevuto i
nomi, da chi aveva fatto l’appello, dei prigionieri che non
avrebbero più fatto ritorno dalla cava. Al ritorno dal lavoro ogni
prigioniero doveva portare una grossa pietra sulle spalle; se non
era abbastanza grossa, ciò significava ulteriori tormenti e
punizioni da parte delle SS. A volte il prigioniero collassava sotto
il peso del macigno scelto per lui dalle guardie. I carrelli per il
trasporto dei sassi erano trainati dai detenuti, e dovevano essere
completamente pieni. Spesso, ad un prigioniero, la cui gamba era
stata investita da un carrello, la stessa veniva amputata. Quel
prigioniero veniva mandato all’ospedale del campo e nessuno lo
rivedeva più. Nell’ospedale, un medico delle SS gli praticava
l’eutanasia con una iniezione letale”.

Gli inutili tentativi di eliminare l’amore di un
uomo nei confronti di un altro uomo portò i nazisti alle idee più
malvagie e perverse. Così il dottore danese delle SS Vernet convinse
Himmler di avere trovato un’arma fantastica contro l’omosessualità.
Vernet impiantò una “ghiandola sessuale artificiale” in 15
omosessuali usati come cavie, ma sebbene i risultati furono nulli
(due di essi morirono per complicazioni postoperatorie), Vernet
scrisse orgoglioso a Himmler , nel 1944: “La ghiandola maschile
artificiaIe é pronta, é stata testata e standardizzata sugli animali
ed i risultati preliminari dimostrano che questo impianto, noto come
3 A, é capace di convertire omosessualità in una normale condotta
sessuale”.

Nel Campo di concentramento di Sachsenhausen i
nazisti usavano gli uomini come cavie per testare calzature. Molti
omosessuali furono costretti a correre per 40 km al giorno, senza
pausa, per testare la durata delle suole sintetiche, sferzati dai
colpi ed aizzati dai cani; spesso in scarpe troppo piccole per il
piede.

Come la cava di Buchenwald, la fabbrica di
klinker di Sachsenhausen era ugualmente temuta dai prigionieri. Nel
racconto di un sopravvissuto, la pianificazione dell’eliminazione
sistematica dei cosiddetti “175ini”, era così descritta: “Nel
periodo fra il 25 agosto ed il 25 settembre 1942, a causa della mia
malattia, fui portato all’ospedale del campo. Durante questo
periodo, ogni giorno, tre o quattro corpi di lavoratori della
fabbrica di klinker arrivavano gravemente feriti o mutilati. Tutte
le vittime erano state fucilate. I corpi erano sfigurati.
Generalmente il foro d’entrata della pallottola era normale, ma
quello di uscita era insolitamente largo”.

Fino all’ultimo momento i nazisti non ebbero un
approccio unico nella persecuzione degli omosessuali. Alcuni erano
per lo sterminio, altri per la conversione forzata del loro
orientamento sessuale. In ogni caso i circa 15.000 omosessuali dei
campi di concentramento, furono facile bersaglio delle guardie e
degli altri internati. La maggioranza degli omosessuali non
sopravvisse all’imprigionamento nei Lager.


Giuliano Montaldo

Gli Occhiali d’oro


Testo tratto da
www.culturagay.it


Italia
: 1987

Durata: 110 minuti

Il film:

Ferrara, 1938. Le persecuzioni tedesche
cominciano ad incutere timore nella popolazione ebraica della città,
che è costretta a subire le prime vessazioni, come il professor
Perugia (Roberto Herlitzka), a cui viene tolta la cattedra
universitaria a Bologna. Anche in casa Lattes, nonostante il padre
predichi fiducia, la vita si fa più difficile; soprattutto Davide (Rupert
Everett) – alunno ed amico del prof. Perugia, e fidanzato con
un’altra ragazza ebrea, Nora (Valeria Golino) – avverte l’ostilità
dei tempi. Nelle sue andate a Bologna, Davide con i suoi amici
incontra regolarmente sul treno il dottor Fadigati (Philippe Noiret),
un omosessuale che nasconde la sua condizione e che diventa amico di
tutta la combriccola grazie alle sue premure. Il dottore diventa in
particolare amico di Eraldo (Nicola Farron), un pugile, con cui
instaura, grazie anche dei costosi regali, un rapporto molto intimo.
I due trascorrono le vacanze assieme in un lussuoso hotel al mare,
dove però la contemporanea presenza della Ferrara bene fa nascere
forti pettegolezzi. L’atmosfera si inasprisce, finché una sera i due
si scontrano: Eraldo colpisce il dottore e, in seguito, mette a
soqquadro la loro camera, riprendendosi le sue cose. E’ uno scandalo
che Fadigati sconta amaramente. Solo Davide gli resta amico, anche
perché si sente come lui: perseguitato e solo, visto che Nora,
entrata nelle grazie di un gerarca, ha deciso di battezzarsi. Ma
l’amicizia di Davide, peraltro osteggiata dalla sua famiglia, non
basta e Fadigati si suicida gettandosi nel fiume.

Recensione:

 a cura di Vincenzo Patané:

http://www.culturagay.it/cg/recensione.php?id=11009


Ettore Scola

Una giornata particolare


Recensione tratta da
www.mymovies.it


Canada / Italia
: 1977

Durata: 105 minuti

Il film:

E’ il 6 maggio 1938 e la Roma fascista è accorsa
sulle strade per festeggiare Hitler, venuto in visita a Mussolini.
In un caseggiato popolare Antonietta, moglie, disfatta da sei
maternità e dalla fatica, di una fanatica “camicia nera” e lei
stessa fascista convinta – ha un album colmo di foto e”detti” del
Duce – incontra, inseguendo un pappagallo fuggito dalla gabbia, un
suo coinquilino, Gabriele, ex annunciatore radiofonico cacciato dal
servizio con l’accusa di essere un “sovversivo”, ma, in realtà,
perché è un omosessuale. Sulle prime, messa in allarme dalle
chiacchiere di una malevola portinaia, Antonietta diffida di lui,
che si è autoinvitato a prendere un caffé in casa sua: lo
schiaffeggia addirittura quando Gabriele le rivela la vera ragione
per cui è stato cacciato dall’EIAR. Poi, la comprensione ha il
sopravvento; l’uomo e la donna si confidano reciprocamente le loro
pene; hanno un breve incontro d’amore. La sera sarà tutto finito:
Antonietta tornerà ad essere la schiava del marito, Gabriele verrà
prelevato da due poliziotti e inviato al confino.

Critica:

Vedi:

http://www.mymovies.it/recensioni/?id=10435


Luchino Visconti

la caduta degli dei


Recensione tratta da
www.cinemagay.it


Italia
: 1969

Durata: 155 minuti

Il film:

Ai familiari riuniti per festeggiare il suo
compleanno, il vecchio Joachim Essenbeck, proprietario di una delle
più grandi acciaierie tedesche, annuncia il proposito di sostituire
alla direzione dell’azienda il figlio Herbert – di idee democratiche
– con l’altro figlio, Kostantin, iscritto alle S.A., le squadre
d’assalto hitleriane: e questo per ingraziarsi il regime sebbene
Joachim, personalmente, sia ostile a Hitler. Spinto da Haschenbach –
cugino degli Essenbeck e membro delle S.S., la cui intenzione, per
ingraziarsi l’esercito, è quella di eliminare le S.A. – Friedrich,
dirigente dell’acciaieria e amante di Sophie (vedova del figlio
maggiore di Joachim e madre del dissoluto Martin) – aspirando a sua
volta alla direzione dell’azienda – uccide il vecchio Essenbeck
facendo in modo che la colpa ricada su Herbert, costretto perciò a
riparare all’estero, lasciando in Germania la moglie e due figli.
Avendo ereditata la maggioranza delle azioni Martin – su pressioni
della madre di cui è succube – si mette contro Kostantin in favore
di Friedrich. Cercando di riguadagnare le posizioni perdute
Kostantin ricatta Martin, che si è gravemente compromesso in una
sporca faccenda sessuale, ma, durante la “notte dei lunghi coltelli”
– nella quale le S.A. vengono massacrate dalle S.S. – il nipote
elimina lo zio. Sophie e Friedrich si adoperano per mantenere nelle
proprie mani la direzione dell’azienda ma Haschenbach, facendo leva
sull’imbelle Martin, li costringe entrambi al suicidio.

un commento:

é un classico imperdibile omaggio ultimo di
Visconti, che con la sua elegante violenza c’ha presentato il
ritratto decadente di una societá anche sul piano dell’omosessualitá.
É un peccato non vedere spesso questi tipi di film.


Testi su Storia dell’omosessualità ordinati per anno di pubblicazione:

 

Erica Fischer

La breve vita dell’ebrea Felice
Schragenheim


Storia universale
dell’omosessualità dall’antichità a oggi

Beit
Casa Editrice
2009

ISBN: 978-88-95324-08-1

Felice Schragenheim (Berlino 1922 –
Bergen-Belsen 1945), giovane scrittrice e giornalista ebrea,
affronta la vita e l’amore con un coraggio e con una lievità che
ancora oggi ci sorprendono: si sente protagonista della commedia
dell’esistenza e non si lascia intimorire né dalla dittatura
nazista né dal pregiudizio benpensante. Sarà proprio questa sua
sincerità che la porterà ad affrontare in prima persona, senza
risparmiarsi, la tragedia del suo tempo. Questo
volume raccoglie, nelle immagini e nelle poesie di Felice e del suo
mondo, una testimonianza indimenticabile sulla sua vita e sulla sua
vicenda, che ha ispirato il romanzo di Erica Fischer Aimée
& Jaguar
.


Robert Aldrich

Vita e cultura gay


Storia universale
dell’omosessualità dall’antichità a oggi



Cicero
editore
2007


ISBN 88-89632-09-7

Per migliaia di anni in tutto il mondo, uomini e donne hanno
desiderato l’intimità fisica ed emotiva con persone dello stesso
sesso. La loro storia, per secoli cancellata, ignorata o riscritta,
è diventata di recente il centro di una straordinaria fioritura di
ricerche, che ha aperto strade completamente nuove e scardinato
vecchi pregiudizi. Dall’antica Grecia e da Roma, e attraverso le
culture non occidentali, i saggi – basati su ricerche d’archivio,
memorie, testimonianze, opere d’arte e letterarie – arrivano
all’oggi e alle attuali rivendicazioni dei diritti delle comunità
gay, rivelando l’incredibile varietà di rapporti fra persone dello
stesso sesso lungo la storia dell’umanità e ovunque nel mondo. Dalla
poesia omoerotica persiana ai racconti di donne travestite
nell’Italia del XVIII secolo, dai divertimenti folli della Berlino
fra le due guerre all’idea di un “terzo genere” in Asia e tra i
nativi del Nord America. L’eredità lasciata da questi uomini e
queste donne ha influito e continua a influire sul modo di intendere
la sessualità e sul modo in cui molti vivono la propria vita.


Gianfranco Goretti Tommaso Giartosio

La città e
l’isola




Omosessuali al confino nell’Italia fascista



Donzelli
editore
2006


ISBN
88-6036-031-5


A
seguito di meticolose indagini, decine di catanesi, in gran parte
giovani o giovanissimi, vengono prima incarcerati, poi mandati al
confino alle Tremiti fino allo scoppio della guerra, in due casermoni
sull’isola di San Domino. Tornati a Catania, cercheranno di
dimenticare e far dimenticare ciò che hanno vissuto. Pochissimi di
loro, a distanza di decenni, hanno accettato di raccontarlo.
A partire da queste testimonianze e da fonti d’archivio, Goretti e
Giartosio ricostruiscono un mondo che sembrava scomparso nel nulla. Gli
appuntamenti sulla spiaggia di notte, le sale da ballo per soli uomini,
le complicità, le rivalità, i travestimenti, gli espedienti, la paura,
l’amore. E poi, dopo l’arresto, gli stratagemmi messi in atto dalle
famiglie, le situazioni paradossali della vita al confino, i tentativi
quasi sempre vani di rivendicare la propria innocenza e guadagnarsi la
libertà.
Il tutto nel contesto di un’Italia provinciale, tenera ma più spesso
spietata, in cui l’omosessuale è schernito di giorno e cercato di
notte da uomini che non si ritengono omosessuali. Un’Italia stregata
dal fascismo, che all’indomani delle leggi razziali è deciso a
reprimere qualsiasi minaccia all’«integrità della stirpe», e che
colpirà, con il tacito consenso dei più, centinaia di «invertiti».
Indagine antropologica, riflessione sull’identità, appello alla
memoria civile di un paese che facilmente dimentica, questo libro è
prima di tutto una storia. La storia di un gruppo di ragazzi del Sud,
vissuti in un’Italia diversa (ma non troppo) dalla nostra e puniti
perché erano innocenti.

 


Lorenzo Benadusi

Il nemico
dell’uomo nuovo




L’omosessualità
nell’esperimento totalitario fascista



Feltrinelli 2005


ISBN
8807103869


L’ideologia
fascista affermava il primato assoluto dello stato totalitario e
corporativo, della nazione organizzata gerarchicamente in vista di una
politica di potenza e di conquista. In questa visione il mito
dell’“uomo nuovo” occupa un posto fondamentale: l’italiano
fascista non doveva avere nulla in comune con l’italiano del passato,
il quale era il prodotto di un lungo periodo di decadenza politica,
militare e morale. L’italiano imbelle, cioè borghese e liberale, o
antifascista, cioè traditore della patria, andava cancellato per
lasciare il posto all’italiano virile, capace di combattere per la
nazione e lo stato fascisti. Questo progetto di rivoluzione
antropologica coinvolse il partito, lo stato, la cultura e tutte le
organizzazioni del regime. La storia dell’omosessualità sotto il
fascismo è importante proprio per l’enfasi posta dal regime sulla
virilità come caratteristica dell’uomo nuovo. L’omosessuale infatti
rappresenta il negativo del modello fascista di virilità……


Graham Robb

Sconosciuti




L’amore e la cultura omosessuale
nell’ottocento



Carocci
2005

ISBN
88-430-3028-0


Con
uno sguardo che va dall’Europa all’America, Graham Robb ci racconta
l’omosessualità maschile e femminile nell’età vittoriana. Ne emerge
una storia in parte conosciuta e in parte sorprendente, una storia fatta
di segretezza e oppressione, ma anche di tolleranza e familiarità
inaspettate. Ribaltando un’opinione diffusa, da Freud a Foucault, che fa
risalire all´Ottocento la definizione stessa del concetto di
omosessualità, Robb ricostruisce i primi esempi di una cultura
omosessuale libera e “orgogliosa” e, attingendo ad ambiti che
vanno dal diritto alla letteratura, dalla medicina alla vita quotidiana,
rivela l´esistenza già nell’Ottocento di un intero universo
omosessuale consapevole e sofisticato. Grazie all’intelligente impiego
di un’ampia quantità di fonti diverse (dal famoso processo a Oscar
Wilde alle inserzioni pubblicitarie sui quotidiani dell’epoca, dai
gialli alle proteste di strada contro la repressione poliziesca)
utilizzata con grande humour e obiettività, Robb fa saltare le oderne
convinzioni e restituisce la storia vera e vibrante dell’amore
omosessuale ai lettori di oggi.


Angus MC Laren

Gentiluomini e canaglie

L’identità maschile tra ottocento e
novecento



Carocci 2004

ISBN
88-430-3212-7


Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, si diffuse nell’opinione pubblica europea e nordamericana una sorta di “panico morale”. La società “rispettabile” cominciò ad avvertire il pericolo rappresentato dai devianti di sesso maschile, da “anormali” che non potevano più essere trattati come criminali comuni. Bigami, esibizionisti, sadici e travestiti si ritrovarono sul banco degli imputati dei tribunali europei e americani, diventando oggetto di un crescente interesse da parte della legge e della medicina. Verbali giudiziari, giornali popolari, trattati di criminologia, casi clinici costituiscono il vasto corpus di fonti che consentono ad Angus McLaren di ricostruire il delinearsi dell’immagine tradizionale di maschio eterosessuale in un periodo cruciale della nostra storia. Seguendo le feconde suggestioni di Michel Foucault, l’autore mostra come prenda corpo il criterio negativo in opposizione al quale un particolare modello socioculturale viene naturalizzato e disciplinato. Ed è proprio sulla “naturalità” dell’identità maschile che si concentra l’indagine critica di McLaren, per far risaltare la fisionomia di una costruzione complessa, in cui il contrasto con l’identità femminile e con quella omosessuale solo in parte ha a che fare con la virilità. Ecco dunque il punto su cui si insiste: problematizzare la mascolinità, sinora rimasta sullo sfondo degli studi di genere, come una sorta di dato naturale e immutabile.


Andreas Sternweiler

Self-Confidence and Persistence

Two
Hundred Years of History



Schwules
Museum
2004

ISBN


Catalogo
disponibile anche in lingua inglese dell’esposizione storica permanente
al Gay Museum di Berlino.


Descrive
la storia delle rivendicazioni e persecuzioni gay durante gli ultimi due
secoli dando prevalentemente risalto agli eventi in Germania


Jean Le Bitoux

Triangolo rosa

La memoria
rimossa delle persecuzioni omosessuali



Manni
2003

ISBN
8881763990

L’Illuminismo portò l’Ottocento
europeo alla scoperta di quella ‘cosa innominabile’ che finalmente
trovò pure un nome proprio: omosessualità, e che pur tra pregiudizi e
sospetti andò acquisendo diritto di presenza intellettuale e civile,
così che nel primo Novecento le capitali europee vissero, coniugandola
con i territori artistici e culturali, l’esplosione sempre meno
clandestina e gioiosa del mondo gay. II terrore staliniano stroncò
bruscamente il fervore innovativo; ma fu il nazi-fascismo a chiudere
tragicamente i conti con quell’insorgenza di intelligenza e di
trasgressione: l’omosessualità regredì alla condizione di preda da
braccare da parte dell’ideologia virilista e imperiale dei dominatori.
Imprigionati, torturati, uccisi, privati di diritti civili, umiliati,
gli omosessuali nella propaganda del Fuhrer tornano a vestire i panni
degli untori. Poi i lager, dove gli omosessuali venivano marchiati col
‘triangolo rosa’: di tutti gli altri perseguitati – ebrei, zingari,
slavi, comunisti – la storiografia ha negli anni successivi riscattato
la memoria: non della persecuzione antigay, che è stata celata,
falsata, rimossa. Questo libro ricostruisce – sulla base di una ampia
documentazione – i percorsi e le ragioni di tale rimozione. (dalla
Presentazione di Nichi Vendola)


Gabriele Ferluga

Il processo Braibanti



Zamorani 2003

ISBN

Luglio 1968: in un clima oscurantista e nella quasi totale assenza di voci critiche, il Tribunale di Roma condanna Aldo Braibanti a 9 anni di prigione per plagio. Quel reato, che successivamente verrà cancellato dal Codice Penale italiano, è chiamato a giustificare, nella sua abnorme ambiguità, la reazione istintiva e violenta dell’Italia benpensante contro ogni anticonformismo e inoltre contro il fantasma dell’omosessualità. Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta la chiave di lettura privilegiata attraverso cui il libro ricostruisce le diverse fasi del processo, le cronache di stampa dell’epoca, la mentalità e il comportamento di protagonisti e spettatori della vicenda.

«A proposito di vergogne anche noi abbiamo le nostre. E una delle più aspre è quella che ha visto coinvolto Aldo Braibanti, filosofo e poeta, drammaturgo e ceramista (e altro ancora), che nel luglio 1968 fu al centro di un processo infame. Gabriele Ferluga, giovane e coltissimo studioso di quel processo, è ora l’autore di “Il processo Braibanti” dove riassume e spiega quella che troppo facilmente rubrichiamo tra le “faccende” di un’epoca e che invece è costata un prezzo insopportabile alla vittima»
(Daniele Scalise, “Il foglio quotidiano”, 24 gennaio 2004)


Circolo Pink

Le ragioni di un silenzio

Le
persecuzioni degli omosessuali durante il nazismo e il fascismo



Ombre corte 2002

ISBN
88-87009-29-5

l fatto che la ricerca storica possa fornire finora soltanto una stima approssimativa del numero degli uomini internati con il “triangolo rosa”, ci parla dell’estremo isolamento in cui i sopravvissuti omosessuali sono stati costretti a vivere, sentendosi raramente parte di un collettivo. Il silenzio loro imposto dalle società del dopoguerra li ha atomizzati. La loro persecuzione divenne destino individuale. Deliberatamente esclusi dalla cultura della memoria, trattati come criminali e pervertiti, agli omosessuali che lasciarono i campi nel 1945 non è stata riconosciuta la dignità di “sopravvissuti”. Essi hanno unicamente sopravvissuto. La ricerca storica e la cultura della memoria hanno taciuto per decenni la violenta repressione che i regimi nazista e fascista operarono, con modalità e intensità diverse, nei confronti degli omosessuali, contribuendo al silenzio sulle vittime e i sopravvissuti. Ancora oggi, determinata da un clima di pregiudizi e conflitti che rendono difficile sviluppare forme appropriate di memoria, la ricerca sull’Olocausto riserva alla persecuzione degli omosessuali un posto poco più che marginale. Gli interventi e i materiali raccolti in questo libro intendono rompere questo silenzio colpevole.


Andrea Pini

Omocidi

Gli omosessuali uccisi in Italia



Stampa
Alternativa
2002

ISBN

In Italia i delitti contro i gay sono molto più numerosi di quanto si creda. Questo libro fornisce la prima ricostruzione completa: dai casi celebri (Winckelmann, Pasolini, Lavorini,Versace) alle innumerevoli vittime sconosciute e spesso dimenticate. Ripercorrendo la cronaca nera dell’ultimo decennio, attraverso casi esemplari e analisi dettagliate (gli omicidi di gay a Roma, Milano, Firenze e in Puglia), emergono i contorni di un fenomeno che i pregiudizi hanno sottaciuto o addirittura nascosto. Una ricerca senza precedenti che mette in luce l’indifferenza della società verso questi delitti, un’indifferenza che ha ostacolato le indagini impedendo spesso l’identificazione dei colpevoli. 


Roberta Padovano

Dove sorge l’arcobaleno

L’omosessualità
nella storia e nelle religioni


Il
dito e la luna

ISBN

Dove sorge l’Arcobaleno è un’intensa e documentata ricerca storica sulle radici dell’omofobia, attraverso l’esame di usi e costumi sociali, ma anche tramite lo studio di testi sacri e trattati giuridici delle più importanti civiltà della Storia.
Dalle prime testimonianze archeologiche egizie alle contemporanee dottrine psichiatriche, dai principali precetti della religiosità classica alle più recenti lotte di liberazione dei movimenti omosessuali, un viaggio a ritroso nel tempo che documenta i pregiudizi, i preconcetti, le persecuzioni inflitte in nome della “normalità”.
Un testo agile ed esauriente, che dà un’idea accurata di come l’omosessualità sia stata interpretata e vissuta presso civiltà classiche (Egizi, Giudei, Greci, Romani), ma anche presso civiltà contemporanee, con particolare attenzione all’Islam, all’India, alla Cina, al Sudamerica.
Una lettura agevole e ricca, un excursus storico che permette un approccio più consapevole e articolato alla moderna concezione dell’omosessualità, per ciò che ha rappresentato e rappresenta nella storia dell’umanità.


Karl Heirich
Ulrichs

GLADIUS FURENS



Edizioni
Croce
2002

ISBN

Padre fondatore del movimento gay, morto a L’Aquila nel 1895, tedesco di nascita, per la prima volta tradotto in Italia per opera di Massimo Consoli. Gladius furens è il discorso che il fondatore dell’uranismo ha tenuto nel 1867 di fronte al forum dell’associazione dei giuristi tedeschi, riguardante la natura dell’amore tra uomini.


Flaminio Boni

La pederastia nell’antica Grecia



Edizioni
Croce
2002

ISBN

La pederastia presso gli antichi Greci è un dato di fatto: l’autore parte da questa certezza per ricavarne, in un percorso a ritroso, fonti e attestazioni. Il presente volume vuole dimostrare come la pederastia costituisse, soprattutto nell’Atene del V e IV secolo a. C., un valore educativo. L’autore ci offre una visione a tutto tondo dove alla più alta speculazione filosofica, costituita dall’analisi delle opere di Platone, si affianca uno sguardo sulla vita quotidiana tramite l’esame delle leggi della pederastia e delle cause giuridiche tra i cittadini ‘comuni’, a questi due aspetti si aggiungono, poi il giudizio politico e sociale delle commedie di aristofane ed infine un excursus sull’omosessualità dalle origini nella società precittadina all’età classica. 

Questo saggio divulgativo, scritto da un docente della cattedra di Storia dell’Estetica di Roma Tre, vuole fornire documenti attendibili circa la pratica della pederastia nell’antichità, partendo dal Simposio di Platone.


Gianni Rossi Barilli

Il movimento gay in Italia



Feltrinelli
1999

ISBN

Erano i primi anni settanta quando il movimento gay cominciò a far sentire la propria voce anche in Italia, per rivendicare diritti che la maggioranza delle persone riteneva addirittura impensabili. Da allora molte cose sono cambiate nella percezione sociale dell’omosessualità, anche (forse soprattutto) grazie al movimento di cui questo libro racconta le vicende. Antenata del movimento gay è la categoria culturale di omosessualità, coniata nel diciannovesimo secolo attraverso il lavoro congiunto e contraddittorio di psichiatri e “militanti”, che letteralmente crea gli omosessuali come gruppo sociale a parte e dà loro un’immagine, anche se per lo più negativa. Da qui la paziente, spesso solitaria, presa di coscienza che rovescia il cliché negativo, afferma la dignità del desiderio omosessuale e pone la domanda di piena legittimazione sociale. Le prime battaglie del movimento per i diritti degli omosessuali si svolgono a inizio secolo in Germania e in Gran Bretagna, per l’abolizione delle leggi penali contro la sodomia. La fase “preistorica”, che non raggiunge i propri obiettivi, si interrompe con la seconda guerra mondiale. L’Italia, nel frattempo, è considerata un paradiso omosessuale per la mitezza delle sue leggi, è meta di pellegrinaggi erotici dai paesi del nord Europa e preda del “si fa ma non si dice” imposto dalla morale cattolica. Cosa che non favorisce la formazione di una forte comunità gay, come avviene altrove. Bisogna attendere il ’68 perché alcuni omosessuali decidano di “uscire fuori” saldando le proprie esigenze di riconoscimento alle parole d’ordine dei movimenti giovanili. La prima tappa del movimento gay italiano rientra nella più generale storia della nuova sinistra degli anni settanta. Nella seconda, negli anni ottanta, si tenta di istituzionalizzare l’omosessualità e ottenere leggi di tutela come leva simbolica per cambiare la mentalità collettiva. Il libro, documentando questo percorso accidentato, finisce per fare anche la storia dell’omofobia e dell’integralismo in Italia.


Massimo Consoli

HOMOCAUST

Nazismo e persecuzione degli omosessuali



Kaos
edizioni
1991

ISBN 

Una delle pagine più atroci e sottaciute della nefasta storia del nazismo è quella relativa alla persecuzione degli omosessuali. Homocaust scrive questa pagina, attraverso una puntuale ricostruzione delle fasi storiche che portarono il pregiudizio antiomosessuale a divenire uno dei capisaldi dell’ideologia nazista. A partire dalle stesse implicazioni omosessuali che in Germania caratterizzarono l’avvento al potere del Partito nazista, e che segnarono sullo sfondo il tragico divenire del Terzo
Reich, fino allo sterminio di centinaia di migliaia di “Triangolo Rosa” nei lager hitleriani. Illustrato con foto b/n e a colori.


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